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Solo due donne su dieci sanno che le malattie cardiovascolari sono la loro prima causa di morte, e la maggioranza non sa che i segnali d'allarme possono essere differenti rispetto all'uomo. Lo afferma una ricerca su un campione di donne tra 40 e 60 anni presentata al convegno di lancio della campagna 'Vivi con il cuore'.
Per lo studio di Eikon Consulting il 68% delle donne ritiene che l'infarto sia un problema tipicamente maschile. Il sintomo cruciale dell'infarto, il dolore toracico, è correttamente indicato dal 71% delle intervistate ma la maggioranza delle donne non sa che i segnali di allarme possono essere diversi dall'uomo e meno della metà è in grado di riconoscere gli altri sintomi non specifici. Il risultato è che mediamente solo quattro donne su dieci si sono rivolte a un medico pur avendo accusato una serie di sintomi che potrebbero essere classificati come possibili segnali di allarme dell'infarto. ''La donna è un pianeta complesso anche per la sintomatologia - ha spiegato Sabina Gallina, cardiologa dell'università di Chieti - esiste il dolore ma nell'andare con gli anni la donna può non avere la tipica sintomatologia del dolore che si associa all'uomo. Le prime manifestazioni sono spesso soltanto un senso di affaticamento improvviso, esiste anche il dolore della donna ma è diverso da quello dell'uomo, spesso viene associato a nausea vomito, fiato corto ma anche dolore alle spalle e alla cosiddetta schiena. Questo è importante perché la donna aspetta sempre più dell'uomo per parlare con il medico o per andare in ospedale, pensa 'mi passa' mentre invece può essere un campanello d'allarme''.

Le donne dovrebbero in sostanza prestare più attenzione al loro cuore.

"I fattori di rischio sono in continuo aumento e l'incidenza dell'infarto miocardico acuto cresce con l'età - sottolinea Sergio Berti, presidente della Società Italiana di cardiologia invasiva - Per molto tempo si è pensato che l'infarto fosse una malattia di quasi esclusiva pertinenza degli uomini. Negli ultimi 15 anni, con l'aumentare dei fattori di rischio, obesità, ipertensione, stress, inattività fisica, si è assistito ad un progressivo aumento del numero di donne relativamente giovani, sotto i 60 anni, colpite da infarto miocardico”. In sostanza, gli uomini arrivano all'infarto in età più giovane, mentre le donne ne sono interessate circa 10 anni più tardi, ma l'incidenza al di sotto dei 60 anni sta rapidamente aumentando nel sesso femminile (dal 1995 al 2010, è passata dall’ 11.8% al 25.5%) “Con la menopausa le donne vanno incontro a cambiamenti importanti dei meccanismi di protezione contro la malattia coronarica" spiega Berti.

Per combattere, dunque, le malattie cardiovascolari anche nel gentil sesso grande attenzione bisogna riporre nel controllare i fattori di rischio che aumentano la probabilità di problemi al sistema cardiocircolatorio, molti dei quali, basti pensare a ipertensione, ipercolesterolemia o diabete per fare degli esempi, sono controllabili con efficaci terapie farmacologiche, disponibili come medicinali equivalenti, che uniscono una comprovata attività terapeutica a un costo accessibile a tutti.

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