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Attenzione ad esporsi al sole se si stanno assumendo farmaci. In alcune persone che stanno seguendo terapie farmacologiche, il sole, normalmente prezioso alleato per la salute quando “preso” con le dovute precauzioni, può scatenare delle reazioni che vanno da una maggiore sensibilizzazione ai raggi solari fino a vere e proprie manifestazioni allergiche.

“Alcune categorie di farmaci possono potenziare l’azione dei raggi ultravioletti sino a provocare i tipici sintomi di una scottatura solare, anche se siamo rimasti esposti al sole per periodi di tempo limitati”, spiega Carlo Pini, Direttore di Immunobiologia all'Istituto Superiore di Sanità. ”Sostanzialmente le reazioni associate con la presenza di esposizione solare si distinguono in reazioni fototossiche e fotoallergiche. Le categorie di farmaci potenzialmente coinvolti sono varie e vanno dai contraccettivi orali agli antinfiammatori (FANS), alcuni antibiotici, ed altri”.  

L’assunzione di farmaci può comunque esporre alcune persone al rischio di una reazione allergica. “Tra i farmaci maggiormente associati su base epidemiologica a reazioni allergiche si devono segnalare gli antibiotici cosiddetti betalattamici quali le penicilline e le cefalosporine, ma possono dare reazioni anche gravi i FANS, i mezzi di contrasto, gli anestetici, ed altri”, prosegue Pini.

Ma come ci si accorge di un attacco allergico da farmaco? “La sintomatologia che si associa ad un evento allergico a farmaco e piuttosto varia anche in funzione del tipo del principio attivo che abbiamo assunto – chiarisce lo specialista -. Le manifestazioni possono essere lievi o severe e possono andare dall’orticaria, all’arrossamento della pelle fino alle bolle (angioedema),  a un attacco di asma, ma può esserci persino lo shock anafilattico, l'evento più grave. In ogni caso l’attacco allergico può insorgere in maniera subdola, molto dipende dal livello di sensibilità dell’individuo in questione. Se l'evento è importante, la persona sta immediatamente male, occorre ovviamente andare al primo pronto soccorso, meglio se si porta la confezione del medicinale assunto. Nei casi di modesta entità, bisogna comunque contattare il proprio medico e seguirne le indicazioni. In ogni caso è fondamentale segnalare al proprio medico ogni reazione associata o potenzialmente associata ad un farmaco, in generale è bene leggere attentamente il foglietto illustrativo circa il potenziale rischio noto per quel certo farmaco di indurre una reazione allergica, prima di assumere qualunque medicina”. 

Pini mette in guardia anche contro i rimedi della nonna, come bere latte o indursi il vomito. “In caso di reazione di scarsa entità oltre alla sospensione del farmaco che si ritiene essere responsabile della reazione allergica, occorre immediatamente informare il medico e investigare nel dettaglio la situazione per arrivare ad una diagnosi certa che consenta di prevenire al meglio e per quanto possibile future insorgenze di reazioni allergiche – suggerisce il direttore -. Ovviamente in caso di reazione grave il ricorso al Pronto Soccorso è raccomandato, dove sarà possibile prestare tutte le cure del caso al soggetto. In caso di reazioni gravi al punto da mettere in pericolo, come lo shock anafilattico, nell’immediato l’unico rimedio rimane la somministrazione di adrenalina, unico farmaco in grado di compensare in tempi brevissimi la criticità generalizzata che si accompagna allo shock”.

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