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E’ un fastidioso “compagno di viaggio” per le donne, ma anche per gli uomini. La candidosi è un’infezione che colpisce molte donne ed è causata da un fungo, la Candida albicans, normalmente presente nella vagina. Quando il normale ecosistema vaginale viene alterato il fungo può crescere in maniera aggressiva provocando prurito, irritazione e gonfiore in tutta l’area vulvo-vaginale e perdite di colore biancastro dall’aspetto caseoso simile a ricotta.

Una delle cause è rappresentata dagli sbalzi ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale o più precisamente la settimana che precede le mestruazioni, con la tendenza a peggiorare indossando indumenti attillati e/o sintetici. L’infezione è accompagnata anche da altri sintomi, quali: dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e emissione difficoltoso dell’urina (disuria).

Durante il ciclo mestruale è bene non usare assorbenti interni, ma solo assorbenti esterni e rigorosamente di cotone ipoallergenico (no profumati), da cambiare con una certa frequenza in modo che non si crei l’ambiente caldo-umido ideale per la crescita della Candida. È consigliabile anche seguire un ciclo di fermenti lattici (Lattobacilli) per proteggere la microflora vaginale.

La Candida albicans, in ogni caso, va trattata adeguatamente con gli antimicotici, ma anche rivedendo la propria dieta e regolarizzando l’intestino.

Fino alla scomparsa dei sintomi e al completamento della cura è buona norma evitare di avere rapporti sessuali che aumentano il pH vaginale (o utilizzare il preservativo), per evitare di trasmettere l'infezione al proprio partner. Il contagio, generalmente, si manifesta con maggiore frequenza soprattutto da donna a uomo.

Secondo gli esperti della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) non è sempre necessario trattare anche il partner, tuttavia è bene intervenire in caso di comparsa di infiammazioni ai genitali maschili utilizzano creme attive contro la Candida (es. farmaci azolici antimicotici) da applicare localmente per circa 10 giorni. In alcuni casi, la terapia topica deve essere accompagnata da una terapia sistemica. Il medico, infatti, può suggerire l’uso di medicinali per bocca ad azione antimicotica, da assumere per 7-14 giorni.

In caso di vaginite da Candida, soprattutto in fase acuta, è importante seguire alcune norme igieniche tra cui quella di non andare in piscina finché l’infezione non è guarita. Questo soprattutto perché il cloro, usato come disinfettante e antibatterico, altera pericolosamente la normale acidità dell’ambiente vaginale (indicato da un parametro che si chiama pH il cui valore normale oscilla tra  3,5 e4,5), favorendo la proliferazione del fungo e aumentando la possibilità che diventi patogeno nella vagina. Il mare, pur non essendo sconsigliato in caso di vaginite da Candida, non è d'aiuto a causa dell’elevata concentrazione di sale, che contribuisce ad irritare le mucose genitali. Inoltre, il costume bagnato mantiene la zona costantemente umida e a contatto con il sale.

Se però di sceglie di andare al mare, è bene osservare alcune norme igieniche come cambiare il costume ogni volta che si fa il bagno, sciacquarsi con acqua corrente e usare un telo da bagno in cotone piuttosto che in spugna.

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