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Si stima che in Italia siano ben 12 milioni le persone che soffrono di insonnia. Ma potrebbe essere un dato sottostimato. Nonostante questo, spesso il problema viene liquidato come se fosse un qualcosa di passeggero. Eppure, in molti casi il disturbo si rivela cronico. Secondo un recentissimo studio americano condotto da ricercatori della Virginia Commonwealth University di Richmond su coppie di gemelli, dietro l’insonnia cronica ci sarebbe lo zampino della genetica. Il problema si trasmetterebbe di generazione in generazione, soprattutto dalle mamme. Il gruppo di ricerca ha analizzato i dati di circa 7.500 partecipanti allo studio. L’ereditabilità del problema è risultata del 59% per le donne e del 38% per gli uomini. “Questo studio indica che i geni possono svolgere un ruolo più importante nello sviluppo dei sintomi di insonnia per le donne che per gli uomini”, ha detto l’autore Mackenzie Lind. “L’evidenza delle differenze di sesso – ha aggiunto – può essere utile per indirizzare specificamente le donne ad interventi per migliorare il sonno”.

D’altronde sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che dimostrano quanto la mancanza di sonno faccia male alla nostra salute. Ad esempio, un recente studio pubblicato sulla rivista Hypertension ha suggerito che chi soffre d’insonnia cronica avrebbe fino al 400% di probabilità in più di sviluppare l’ipertensione. Altri studi recenti hanno evidenziato come l’insonnia sia il più rilevante sintomo che anticipa la comparsa, della depressione. Un alterato equilibrio sonno-veglia, infatti, causa nervosismo, stress ed eccessiva tensione.

Inoltre, la letteratura scientifica è ricca di studi che hanno collegato l’insonnia a un rischio maggiore di sviluppare demenza con il tempo, di avere le difese immunitarie più basse, di sviluppare disturbi alla vista, di essere in sovrappeso.

“Il sonno è qualcosa a cui non possiamo assolutamente rinunciare, anche se molti vorrebbero”, dice Liborio Parrino del Centro del Sonno dell’Università di Parma e segretario nazionale dell’Aims (Associazione Italiana Medicina del Sonno).

La buona notizia è che esistono diversi rimedi. “Una lista di cose che non bisogna fare prima di andare a letto”, precisa Parrino. “Se ci pensiamo bene, infatti, non abbiamo alcun bisogno di imparare a dormire – continua - perché già nella pancia della mamma siamo bravissimi a farlo. Basterebbe infatti solo non ostacolare il sonno con abitudini e comportamenti oggi molto diffusi, ma nemici del sonno”. Per fare pace con il sonno bisogna cominciare a stare attenti a cosa si mette in tavola a cena. “Sono sconsigliati i piatti pesanti, come salsicce e bistecche”, spiega l’esperto. “Il rischio è di sovraccaricare il metabolismo di sera”, aggiunge. Meglio quindi consumare carboidrati, come la pasta, il riso, l’orzo e il pane. O latte e latticini che contengono L-triptofano, un aminoacido che stimola la sintesi della serotonina, il neurotrasmettitore cerebrale che favorisce il rilassamento dell’organismo. “Una tazza di latte con cereali e biscotti sono un ottimo viatico per il riposo”, spiega Parrino.

Mangiare leggero non significa lasciare la pancia vuota. “Se non si mangia, mentre dormiamo il cervello ci sveglia e fa scattare la fame che impedisce un buon sonno”, spiega Parrino. Che aggiunge: “Attenzione all’alcol. Anche se è vero che l’alcol è un sedativo e fa venire sonno, è altrettanto vero che dopo 4 ore di lavoro per il fegato l’alcol scompare dal sangue e causa delle mini-crisi d’astinenza che disturbano il sonno”. L’esperto, inoltre, invita a evitare caffeina, cola, tè ed energy drink. Lo stesso dicasi per le sigarette. Il fumo non rilassa: in realtà, accade qualcosa di simile a quello che succede con gli alcolici. “La nicotina ha un’emivita breve e può creare delle microcrisi di astinenza nel pieno del sonno”, dice Parrino.

Niente tv, poi, a letto. “In generale, guardare la tv a letto disturba il sonno”, dice l’esperto. “La luce del televisore “uccide” la melatonina, l’ormone amico del sonno, e di conseguenza disturba il sonno”, aggiunge. L’idea è quella di considerare il letto il luogo in cui si dorme. Quindi, meglio guardare la tv sul divano. E lo stesso avviene con smartphone, tablet e pc.

Ok alle letture, ma occhio alla luce. Un buon libro prima di addormentarsi va bene. “Purché in condizioni luminose protette”, sottolinea l’esperto. “È consigliabile non usare lampade che emettono luce blu e che, notoriamente, disturbano il sonno”, aggiunge. Infine fare esercizio fisico fa bene alla salute. “Ma fare attività poco prima di mettersi a letto può creare difficoltà ad addormentarsi per via dell’adrenalina che il movimento fisico libera nell’organismo”, conclude l’esperto. Insomma basta poco per facilitare il sonno. Nei casi in cui nonostante tutti gli accorgimenti ciò non avviene possono essere utili dei farmaci (anche generici) che possono aiutare a risolvere il problema, sempre dietro consiglio del medico.

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