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Gli ultimi dati dell'Osservatorio sull'Impiego dei Medicinali (OsMed), riferiti ai primi nove mesi del 2015

La spesa farmaceutica aumenta, i consumi poco. Gli ultimi dati dell'Osservatorio sull'Impiego dei Medicinali (OsMed), riferiti ai primi nove mesi del 2015, vanno letti con attenzione, scorporando tra settore farmacologico e contesti regionali, e rilanciano l'urgenza di un ricorso più esteso a generici e biosimilari.

Il rapporto rileva una spesa totale di 21,3 miliardi di euro, per oltre tre quarti rimborsato dal Servizio Sanitario. La spesa farmaceutica pubblica ha sfiorato i 10 miliardi (quasi 160 euro pro capite), con un incremento del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Il Direttore Generale dell'Aifa Luca Pani sottolinea “l’impatto che i medicinali innovativi ad alto costo immessi sul mercato lo scorso anno”, in particolare “sulla spesa ospedaliera”. Decisiva è infatti la crescita della spesa per medicinali di classe A, addirittura del 37,4%. Quella farmaceutica convenzionata segna invece un lieve calo, a fronte di consumi in leggero aumento (+0,5%) corrispondenti alle “esigenze di cura di una popolazione che tende a invecchiare”.

L'impennata andrà probabilmente a ridimensionarsi nell'ultimo trimestre dell'anno, dato che l'osservatorio internazionale di Ims Health stima per quel periodo un rallentamento dei prezzi per alcune specialità. Il nodo dei costi del farmaco è in ogni caso centrale, con implicazioni anche sull'aderenza terapeutica dei pazienti, segnalata in difetto specie per (addirittura sotto il 50%) il trattamento con gli ipolipemizzanti.

Decisivo in proposito è l'utilizzo dei farmaci a brevetto scaduto: rappresentano il 53,7% della spesa convenzionata ma solo il 2,2% di quella per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche. Se poi si va a guardare il ben diverso andamento tra le regioni, salta di nuovo agli occhi come le più “virtuose” nel contenimento della spesa siano generalmente quelle dove negli ultimi anni è cresciuto di più il ricorso agli equivalenti. 

 

Come hanno sottolineato gli studiosi dell'Aifa, “i generici e i biosimilari rappresentano un'opportunità essenziale per ottimizzare l'efficienza dei sistemi sanitari, rispondendo alla crescente domanda di cura in termini di efficacia terapeutica, personalizzazione, sicurezza e contenimento dei costi”, si legge sul Journal of Generic Medicines

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