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Soprattutto oggi è giusto ricordare che sono la disparità di trattamento dinanzi a parecchie patologie, una differenza su cui manca ancora una piena presa d’atto in ambito sanitario internazionale.

Tutti a vezzeggiare il gentil sesso per la ricorrenza, ma la realtà è che le donne meritano ogni giorno un miglior trattamento, anche sanitario. Sono loro che, nota Eurostat, “salvano la salute” della popolazione europea. E sono sempre loro l'anello debole dinanzi a parecchie patologie, una differenza su cui manca ancora una piena presa d’atto in ambito sanitario internazionale.

I dati demografici più significativi dell’agenzia europea sono quelli sull’invecchiamento della popolazione (in dieci anni la percentuale di over-65 è aumentata del 4%), con la doppia conseguenza di una tendenza al calo della popolazione, specie quella in età lavorativa, e di un aumento nella domanda di cure sanitarie. E su tutto questo la pur cospicua immigrazione è una compensazione solo parziale, tanto da far presagire, pur in tempi di crisi e di alta disoccupazione (intorno al 10%), un futuro problema opposto di “carenza di manodopera”.

Sono tendenze più o meno note, che non destano troppa sorpresa, se non in un fatto ulteriore, quello sulla speranza di vita tra i due sessi. Ebbene, emerge che la forbice, da sempre favorevole alle donne, si sta assottigliando, ovunque. I casi sono due: o sono migliorate le cure per gli uomini e peggiorate per le donne; oppure, più seriamente, abbiamo una sanità che si sviluppa “al maschile”, con scarso riguardo alle specifiche esigenze femminili.

La donna, seppur longeva, è il principale bersaglio di molte malattie e disturbi. Le donne vivono di più, ma soffrono di più. Temono soprattutto il tumore, specie al seno, secondo tutte le indagini, ma sono anche le prime vittime delle patologie cardiovascolari e del dolore cronico, tra l’altro. L’istanza di una “medicina di genere” è ampiamente riconosciuta dalla ricerca italiana e da alcune strutture pubbliche, ma la prassi concreta rimane perlopiù latente.

Un altro fatto accertato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e in apparente controtendenza, è che le donne sono nell’insieme consapevoli dell’importanza della prevenzione. Due terzi di loro vorrebbero fare di più ma non ci riescono. Tra i motivi c’è il fatto che 3 donne su 4 sono a loro volta prese a occuparsi della salute di almeno un familiare. È il momento che si faccia anche il contrario.

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