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L’inquinamento luminoso provoca un danno al sonno, che coinvolge almeno un terzo della nostra esistenza, con tutto quel che consegue.

Abbiamo spesso paura del buio, e non solo da bambini. La verità è che dovremmo invece assecondare quell’assenza di luce. Se violiamo quell’incanto notturno facciamo male, anche a noi stessi. Il concetto di “inquinamento luminoso” ci suona ancora un po’ astratto. La pagina italiana di Wikipedia, per esempio, cita danni “ambientali, culturali ed economici”. Poco o nulla sulla salute.

L’impressione è insomma è che l’eccesso di luce artificiale notturna, oltre a consumare energia, sia di disturbo perlopiù all’estetica. Dalle città vediamo poco le stelle, e non è solo perché siamo più in basso rispetto alle montagne o perché l’aria sia intrisa di polveri industriali. Sono proprio le lucine domestiche e i lampioni stradali che, messi insieme, ci creano uno schermo dinanzi alla bellezza dell’infinito che ci circonda. Nel 1994 si creò il panico a Los Angeles, in quanto, durante un black-out, apparve un’inspiegabile “nuvola gigantesca”. Era solo la via lattea, solitamente oscurata agli abitanti delle città.

Il danno va tuttavia ben al di là della contemplazione. L’inquinamento luminoso provoca un danno al sonno, che coinvolge almeno un terzo della nostra esistenza, con tutto quel che consegue. Ad aggiornare il quadro è ora una ricerca statunitense, che sarà discussa il mese prossimo al 68mo Congresso della Società Americana di Neurologia a Vancouver, nel sud-ovest del Canada.

Sono state intervistate quasi 16mila persone, nell’arco di otto anni. Quasi un terzo di quelle che vivono in zone illuminate si è detto insoddisfatto della qualità del sonno, col 6% in più di probabilità di dormire meno di 6 ore, rispetto agli altri, quelli che vivono in centri con meno di mezzo milione di abitanti. Serie differenze sono state riscontrate anche nell’insonnia cronica, in altri disagi notturni e nei livelli di fatica al risveglio.

Non è roba di poco conto. La scienza ha già accertato conseguenze dei disturbi del sonno sulle patologie cardiovascolari, diabete, depressione, problemi articolari, perfino obesità. Dormire è fondamentale. “Spegnere la luce” non è una metafora. Ce lo chiede il corpo, non solo lo spirito.

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