MENU
Orari massacranti, che talora si prolungano di decine di ore, l’impossibilità di fatto a obiettare alla chiamata o alla proroga del turno, specie se si è precari. Il tutto con ricadute anche sulla qualità della cura.

Siamo richiamati al lavoro durante i giorni di riposo per coprire i turni che all’improvviso rimangono senza personale […] per non mettere in difficoltà le colleghe finiamo per andare a dare una mano. Ma l’azienda è costretta a pagarci una marea di straordinari: sarebbe più conveniente assumere nuove persone. Senza contare il fatto che i pagamenti avvengono in ritardo e temiamo che non ci saranno […] L’emergenza è tale che ci hanno chiesto di rinunciare alle ferie ”.

 

La testimonianza, l’ennesima, di una “situazione al collasso” è di un’ostetrica, rilasciata a un quotidiano nazionale. Orari massacranti, che talora si prolungano di decine di ore, l’impossibilità di fatto a obiettare alla chiamata o alla proroga del turno, specie se si è precari. Lavorare nella Sanità è un onore e una responsabilità, ma il dispendio è spesso drammatico, specie per chi sta in prima linea, a iniziare da infermieri e medici. Con ricadute anche sulla qualità della cura.

 

In proposito è arrivato l’esito illuminante di un’estesa ricerca britannica, curata dal National Institute for Health Research Collaboration for Leadership in Applied Health Research and Care. Ha incrociato dei dati amministrativi, sul rapporto numerico tra pazienti e personale sanitario in 137 ospedali nazionali, con un’indagine apposita su un campione i circa tremila infermieri, analizzando le risultanze sulla salute degli utenti. Il risultato è impressionante, con la stima di una riduzione del 20% della mortalità per effetto del semplice abbassamento da 10 a 6 del numero medio dei pazienti affidati a ogni infermiere.

 

Lavorare meno è dunque condizione essenziale del benessere non solo degli operatori ma anche dei pazienti. Dalla fine dell’anno scorso è entrata in vigore una legge che pur tardivamente recepisce l’ultima direttiva europea in materia, risalente al 2003. Non mancano le polemiche su di essa, ma stabilisce comunque alcuni paletti, quali il tetto di tredici ore lavorative di fila e un riposo di almeno undici ore tra un turno e l’altro.

 

Il problema è rispettare quei tetti. Non è una mera esigenza “sindacale”. Lo reclama anzitutto la salute.

Articoli Correlati

x