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Un nuovo farmaco composto da nanoparticelle è in grado di penetrare direttamente nelle cellule metastatiche causate dal cancro al seno (superando i meccanismi di resistenza ai farmaci messi in atto dalle stesse cellule cancerogene) in organi come polmoni e fegato, distruggendole.

Nemo propheta acceptus est in patria sua ”, dicevano gli evangelisti. Questo sembra valere ancora. Nella selva delle notizie e degli annunci scientifici sulla salute a volte spariscono quelli importanti, perfino se si tratta del più deleterio dei mali, la metastasi tumorale, e perfino se il protagonista è un connazionale. C’è una notizia in proposito che sta girando in tutto il mondo mentre perlopiù si ferma sulla soglia delle Alpi.

Non farei mai promesse eccessive alle migliaia di malati di cancro”, premette il professor Mauro Ferrari. Friulano, 56 anni, è uno dei più importanti esperti mondiali di nanotecnologia applicata alla medicina. Di formazione matematica e ingegneristica, si è addentrato nella medicina in seconda battuta, sulla scia di una tragedia familiare. Il cancro, appunto. Studiando e scoprendo potenzialità delle “nanoparticelle”, strutture composte da pochi atomi utilizzabili per produrre farmaci di rilevante impatto e scarso effetto collaterale. Sulla scia dei suoi successi scientifici, dirige negli Stati Uniti l'Institute of Academic Medicine del Methodist Hospital System e presiede The Alliance for NanoHealth.

La notizia ora è nel risultato, definito “sbalorditivo”, di un farmaco composto da nanoparticelle in grado di penetrare direttamente nelle cellule metastatiche causate dal cancro al seno (superando i meccanismi di resistenza ai farmaci messi in atto dalle stesse cellule cancerogene) in organi come polmoni e fegato, distruggendole. Ebbene, la sperimentazione del nuovo nano-farmaco, chiamato iNPG-pDox, su cavie animali (topi) ha conseguito la completa guarigione nel 50% dei casi, il che rappresenta un equivalente umano di vent’anni di vita senza traccia di tumore residuo. “ Un risultato importantissimo alla luce del fatto che non ci sono terapie attualmente disponibili per i tumori metastatici”, commenta lo scienziato.

Uccidere le cellule tumorali è tutto sommato facile, la cosa difficile è trasportare il farmaco giusto nel posto giusto”, scriveva Ferrari in un libro alcuni anni fa. L’obiettivo sarebbe stato raggiunto. A questo punto è una corsa contro il tempo. Le sperimentazioni umane sono attese l’anno prossimo, i ricercatori invocano dalle autorità sanitarie una corsia privilegiata.

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