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A ritmo quasi quotidiano si annunciano progressi incoraggianti dalla ricerca medica. E a questa realtà fanno riscontro alcune novità che riguardano anche il nostro paese.

Il cancro è curabile”, e lo è sempre di più. Lo reclama da tempo l’Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro. A molti può suonare perlopiù come uno “slogan”, per incoraggiare i decisori e gli operatori della sanità a fare di più, segnalando appunto che tanto si può fare. La realtà è che a ritmo quasi quotidiano si annunciano progressi incoraggianti dalla ricerca medica. E a questa realtà fanno riscontro alcune novità che riguardano anche il nostro paese.

Una notizia, già rimbalzata sulla stampa, riguarda proprio i nostri ricercatori, anzi ricercatrici. Due connazionali hanno ricevuto il prestigioso “ Conquer Cancer Foundation Merit Award” della Società Americana di Oncologia Clinica (Asco), che ha riunito a Congresso nei giorni scorsi a Chicago migliaia di specialisti di tutto il mondo. Di recente era uscita una polemica tra una studiosa e il governo italiano, accusato di “vantare” alcuni risultati conseguiti in realtà all’estero, nell’ambito della “fuga di cervelli”.

In questo caso però non è così. Le due scienziate sono Emanuela Palmerini e Carlotta Antoniotti, la prima è oncologa all’Istituto Rizzoli di Bologna, l’altra all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa. Per la dottoressa Palmerini è addirittura il sesto riconoscimento Asco, premiata stavolta per gli ottimi esiti di una ricerca chemioterapica sul Sarcoma di Ewing, condotte in collaborazione con un istituto londinese. “ Un grande risultato perché è un tumore raro che interessa soprattutto i bambini”, commenta. A ulteriore dimostrazione che molto si può e viene fatto in Italia, specie quando ci si apre alla collaborazione scientifica internazionale.

Alle novità sul fronte della ricerca italiana si sovrappongono quelle, ancor più imminenti, sulla salute degli italiani. Sono annunciate sempre da Chicago, dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom): nel 2015, per la prima volta, si registra una diminuzione dei tumori nel nostro paese, 363300, rispetto ai 365500 dell’anno precedente, e per giunta si rileva un +15% di guarigioni. Merito della ricerca, appunto, nonché dell’investimento farmacologico (100 miliardi spesi nel 2014, il 33% in più rispetto a quindici anni prima), sicché oggi oltre il 70% supera la malattia.

Ma il merito è anche altrove. Si chiama prevenzione, un’accresciuta consapevolezza pubblica, con effetti visibili sul fumo, qualità dell’alimentazione, attenzione alla diagnosi precoce. E si può fare ancor meglio. “Eliminare gli sprechi”, incalza il presidente dell’Aiom Carmine Pinto, tracciando un bilancio, tra esami strumentali e terapie di non comprovata efficacia, da “circa 350 milioni di euro ogni anno”. E’ vero, dunque, molto si può fare. Tra comportamenti privati, ricerca e scelte mediche oculate, anche sul nodo dei costi.

 

Credits foto: Il Fatto Quotidiano

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