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Tra una settimana la campagna nazionale di Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato a sostegno dell’uso dei farmaci generici farà tappa a Salerno. E sarà una tappa importante, perché segue l’ultimo aggiornamento semestrale dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (Osmed).

Quando gli allarmi lanciati dagli enti pubblici vanno nella stessa direzione degli sforzi di sensibilizzazione faticosamente promossi dalle associazioni di pazienti, vuol dire che sta accadendo qualcosa di importante. Al quale bisognerebbe dare urgente esito. Tra una settimana la campagna nazionale di Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato a sostegno dell’uso dei farmaci generici farà tappa a Salerno. E sarà una tappa importante, perché segue l’ultimo aggiornamento semestrale dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (Osmed).

Quel rapporto dice molte cose, mettendo il dito nella piaga di quel che è l’incubo di molte amministrazioni regionali e di tantissimi cittadini, ovvero il problema dei costi crescenti della tutela della salute. Ma tra quelle cose ce n’è una che salta agli occhi più delle altre. Si spende troppo soprattutto perché si spende troppo poco sugli equivalenti, che, come ricorda la campagna di Cittadinanzattiva, “sono uguali in tutto (principi attivi, efficacia e sicurezza terapeutica), l’unica differenza è il prezzo”.

Ebbene, il dato di base è che la spesa pro capite per ogni compartecipazione a carico del cittadino è risultata nel 2015 in crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente, e due terzi di questo “carico” è dovuto alla scelta del prodotto “di marca” rispetto al generico. Come nota il Quotidiano della Sanità, l’incremento “ è stato essenzialmente determinato dalla crescita della quota eccedente il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto (+5,4%), mentre risulta in riduzione la spesa relativa al ticket per ricetta/confezione (−5,5%) ”. I dati, scomposti a livello regionale, confermano: tendenzialmente, le regioni meno “sane”, anche dal punto di vista finanziario, sono quelle che ricorrono meno ai medicinali equivalenti.

Dov'è “la colpa” – colpa grave, visto che a causa dei costi un italiano su dieci è costretto ad abbandonare le cure? Ora, i farmaci a brevetto scaduto rappresentano il 75% dei consumi in regime di assistenza convenzionata - di cui solo il 21,8% è rappresentato dai farmaci equivalenti - e il 27% dei farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche - solo il 10% rappresentato dai generici.

Per colmare tale perturante ritardo che ci relega ancora agli ultimi posti europei nel ricorso agli equivalenti, prosegue la fatica delle associazioni, non solo nella virtualità del web ma anche nelle piazze. Prossimo appuntamento dunque a Salerno, per l’esattezza il 13 luglio al Lungomare Trieste, altezza piazza Cavour. Si parlerà di tutto ciò, e si racconterà anche di un’“app” – lanciata nell’ambito della citata campagna “IoEquivalgo” di Cittadinanzattiva documentata ora anche da “Repubblica” - che consente di monitorare le caratteristiche terapeutiche e di prezzo dei generici. Una campagna che suona oramai come un’urgenza. Le cifre sono quelle del “Salvadanaio della Salute” di Assogenerici, aggiornate anche in questi giorni. Mostrano la differenza per le tasche pubbliche e private, ed è una differenza mensilmente miliardaria.

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