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La salute femminile va seguita con molta cura durante il fatidico quanto delicato periodo della gravidanza, ma è un’attenzione che non dovrebbe poi cessare al seguito dei nove mesi.

La donna va seguita con molta cura durante il fatidico quanto delicato periodo della gravidanza, ma è un’attenzione che non dovrebbe poi cessare al seguito dei nove mesi. Il messaggio viene rilanciato da una ricerca accademica cinese pubblicata sulla rivista internazionale “Hypertension”, che ha rilevato come gli stessi esami del sangue compiuti in tale fase andrebbero annotati anche quali indicatori di possibili rischi per la salute della gestante dopo il parto.

Gli studiosi del Guangdong Women and Children Hospital di Guangzhou hanno seguito 506 donne senza pregressi di ipertensione o sintomi di diabete, valutandone in particolare la pressione sanguigna, ma anche il peso e gli esiti di altri esami a cui vengono normalmente sottoposte durante la gravidanza, proseguendo poi il loro monitoraggio nei diciotto mesi successivi.

Gli esiti più eclatanti riguardano proprio gli effetti della pressione arteriosa. “Le gestanti sono solitamente sottoposte ad almeno 10 check-up – nota il professor Jian-Min Niu, coordinatore della ricerca – e tuttavia non vengono poi allertate sui rischi per la loro salute a meno che la pressione sia pari superiore a 140/90 mmHg”, ossia al livello ritenuto “alto”.

Invece, secondo i ricercatori cinesi, l’allarme andrebbe lanciato anche ai livelli “medio-alti”, ossia tra tali valori e quelli, ritenuti ottimali, di 120/80 mmHg. E’ emerso infatti che le donne che rientrano in quella fascia negli ultimi mesi di gravidanza riscontrino un rischio aumentato di ben sei volte di sviluppare successivamente la sindrome metabolica, detta anche “sindrome a insulino-resistenza” (legata a una serie di sintomi quali l’eccesso di glucosio e grassi), ritenuta un insidioso viatico alle patologie cardiovascolari e diabete.

La gravidanza non è quindi un evento in sé, andrebbe trattata anche come “stress test” per la salute successiva delle gestanti. Quella fascia “medio-alta”, finora negletta, è stata riscontrata in ben il 13% casi. Sono numeri ed evidenze importanti, a detta anche di commentatori scientifici estranei allo studio. Il messaggio dunque si rinnova, le donne andrebbero protette ben al di là dei loro nove mesi più grandi.

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