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A volte il fumo è la sublimazione di un altro problema, quello dell’alcol, così come il contrario. In ogni caso tali vizi, deleteri per la salute, vanno a braccetto, e adesso, da Londra, arriva un ulteriore riscontro scientifico.

Non è esattamente una novità, anzi molti operatori in prima linea nella lotta al tabagismo e/o all’alcolismo lo hanno già notato. A volte il fumo è la sublimazione di un altro problema, quello dell’alcol, così come il contrario. In ogni caso tali vizi, deleteri per la salute, vanno a braccetto, e adesso, da Londra, arriva un ulteriore riscontro scientifico. Sul concetto che è falsa l’idea che ci si butta su un vizio per compensare la rinuncia all’altro. E’ invece vero l’esatto opposto.

L’University College ha consultato quasi 32mila adulti in età lavorativa, di cui oltre 6200 fumatori, incrociando i questionari e le analisi con i dati raccolti separatamente da altri due centri di ricerca medica sugli altrettanti vizi. Tra i fumatori, 144 avevano iniziato un percorso per smettere di fumare una settimana prima dell’indagine, compiuta tra il marzo 2014 e il settembre 2015.

Ebbene, un apposito test alcolemico ha poi rilevato la tendenza tra questi ultimi a diventare bevitori più “leggeri” degli altri, se non addirittura astemi. La ricerca è solo “osservativa” e non orientata a chiarire i rapporti di causa ed effetto, ma l’esito è comunque lampante. Anche se sembrerebbe un po’ stridere con la recente indagine dell’Istat sugli “Aspetti della vita quotidiana” degli italiani (dati raccolti nel 2015), focalizzata sui comportamenti personali più nocivi.

Qui infatti il segnale apparente è di un “trade-off”. Se quasi due terzi della popolazione (a partire dagli 11 anni) dichiara di bere alcolici segnando un aumento rispetto al 2014, quelli che fumano, benché oltre la considerevole cifra di 10 milioni, sono invece in calo, in scia con una tendenza oramai pluriennale. Attenzione, però, perché a ben vedere, se si scorpora la categoria di “bevitori”, sono in aumento solo quelli “sporadici”, mentre i “quotidiani” diminuiscono anch’essi.

Insomma il segnale pare confermato, anche dalle maxi-statistiche del nostro paese. Sebbene manchino spiegazioni documentate, il fenomeno, intuitivamente (tra gli addetti ai lavori e gli stessi “viziati”) può ascriversi al fatto che il calice “chiama” i fumatori alla sigaretta, sicché lasciarli entrambi sarebbe d’aiuto. L’indicazione è insomma importante. “Smettere di fumare è facile”, si legge in un best-seller sul tema. E può ulteriormente facilitarsi iniziando col lasciar perdere “l’altro vizio”, in quanto complice del “vizio principale”.

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