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Almeno 6 persone su 10 tra coloro che hanno avuto un ictus riscontrano problemi del sonno, che a loro volta ostacolano il recupero del paziente. Gli scienziati dell’University Hospital della città nord-renana di Essen hanno riesaminato e comparato i dati di 29 studi pregressi, coinvolgendo un campione complessivo di ben 2343 persone colpite da ictus.

A volte si fa l’errore in medicina di concentrarsi sul problema più grave omettendo i disagi apparentemente secondari che invece lo alimentano. È ad esempio il caso del sonno. Che dormire poco faccia male è una realtà che intuitivamente sappiamo, ma sulla quantificazione e sulla tipologia dei danni c’è ancora molto da scoprire. Una ricerca tedesca, pubblicata sulla rivista Neurology, ha ora esaminato la correlazione con uno degli eventi più temuti, l’ictus.

È emerso non solo che un cattivo sonno aumenta i rischi di tale patologia, ma che vale anche il contrario. Almeno 6 persone su 10 tra coloro che hanno avuto un ictus riscontrano problemi del sonno, che a loro volta ostacolano il recupero del paziente. Gli scienziati dell’University Hospital della città nord-renana di Essen hanno riesaminato e comparato i dati di 29 studi pregressi, coinvolgendo un campione complessivo di ben 2343 persone colpite da ictus.

Nello specifico, hanno rilevato che disturbi come l’insonnia e l’apnea ostruttiva fossero presenti nel 72% dei pazienti con ictus ischemico, nel 63% dei pazienti con ictus emorragico e nel 38% dei pazienti con mini ictus (“attacco ischemico transitorio”). I disturbi perlopiù si manifestavano “prima” dell’attacco, ma con proporzioni che successivamente tendevano ad aumentare.

Emerge insomma il quadro di un circolo vizioso, che va preso sul serio da medici e pazienti in fase di prevenzione quanto di recupero post-patologico. E non mancano i passi avanti verso una piena presa di coscienza circa l’importanza “clinica” della qualità del riposo. Da una recente indagine che ha coinvolto 214 strutture pneumologiche del nostro paese, è emerso che l’ampia maggioranza (187) sono impegnate anche sul fronte dei disturbi respiratori del sonno.

Dormire bene è cruciale, dunque, ma attenzione, è inoltre importante non esagerare. Una ricerca californiana – che ha documentato l’importanza del sonno per combattere l’infiammazione, fattore di rischio anche di eventi cardiovascolari, ipertensione e diabete 2 – ha ora rilevato conseguenze infiammatore aumentate non solo tra chi dorme poco (meno di 7-8 ore al giorno), ma anche in chi dorme troppo.

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