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Il giro d’Italia di Cittadinanzattiva in favore dei farmaci generici riparte, con uno slancio d’impegno che porterà la principale rete associativa italiana dei pazienti a toccare ben otto tappe nell’arco di pochi giorni.

Il giro d’Italia di Cittadinanzattiva in favore dei farmaci generici riparte, con uno slancio d’impegno che porterà la principale rete associativa italiana dei pazienti a toccare ben otto tappe nell’arco di pochi giorni. E’ una mobilitazione importante, sana, di divulgazione e sensibilizzazione, che trova il supporto delle principali sigle professionali, dai medici ai farmacisti, dai produttori ai pensionati, con il sostegno di Assogenerici e il patrocinio dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).

Dopo aver già attraversato il centrosud, la campagna “IoEquivalgo” toccherà Vicenza domenica prossima, appuntamento dalle 10 alle 18 al “villaggio” allestito in piazza Matteotti, pronto all’assistenza e all’informazione. Poi si riscenderà verso il centro, il 15 settembre a Senigallia, il 17 a Perugia, per continuare l’altalena a Campobasso, Crotone, Palermo, Udine, Chieti, e chiudere infine a Taranto il prossimo 14 ottobre.

Uno sforzo dunque notevole, che fa leva sulle fatiche anche locali delle associazioni, dei volontari e dei rappresentanti delle varie categorie degli addetti ai lavori. Uniti su un concetto non più prorogabile: il ricorso ai generici è un’urgenza di salute, di risparmio, e di civiltà. Il dato inaccettabile di base è che un italiano su dieci abbandona le cure a causa dei costi, come documenta un’inchiesta della stessa Cittadinanzattiva.

Riceviamo ogni giorno segnalazioni dai cittadini- lamenta l'Associazione- che mostrano quanto i costi privati per i farmaci stiano diventando pesanti per loro (26,6%), spingendoli in alcuni casi anche a rinunciare alle cure, come accade al 9,5% degli italiani". Questioni di costo, di cui peraltro siamo colpevoli un po’ tutti, inclusi medici e pazienti. Ogni giorno gli italiani buttano alle ortiche due milioni e mezzo di euro, come si evince dal “Salvadanaio della Salute” di Assogenerici, nella differenza di prezzo pagata per scegliere il farmaco di marca al posto degli equivalenti nei soli medicinali di fascia A, rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale.

Sprechi colossali, che pertanto toccano nel vivo le associazioni dei consumatori, anche al di là dell’ambito dei pazienti. Restando “al di qua”, il dato conclamato è duplice: da un lato ci sono gli amari raffronti con gli altri paesi europei, che sprecano molto meno (l’Italia è in fondo alle classifiche sul ricorso ai generici); dall’altro c’è la verità, confermata, verificata e documentata dalla stessa Aifa: quella dell’assoluta equivalenza del generico rispetto a “qualsiasi altro medicinale, in un’ottica di conformità ai requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia” - nelle parole del direttore generale Luca Pani. Con per giunta il potenziale di “ un’opportunità per liberare risorse economiche da investire nell’ingresso dei nuovi medicinali”. E, soprattutto, consentire a tutti di curarsi adeguatamente, il che oggi ai fatti non avviene.

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