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Si chiama editing genetico, si fonda su scoperte degli ultimi decenni che evocano un notevole potenziale in ambito medico, che però attende ancora sostanziosi riscontri. Una novità arriva ora dalla Cina, e viene giudicata promettente anche dagli scienziati europei.

Si chiama editing genetico, si fonda su scoperte degli ultimi decenni che evocano un notevole potenziale in ambito medico, che però attende ancora sostanziosi riscontri. Una novità arriva ora dalla Cina, e viene giudicata promettente anche dagli scienziati europei. Riguarda la possibilità di aggredire i tumori agendo sul Dna.

La tecnica si chiama “Crispr”, abbreviazione inglese traducibile in “Brevi ripetizioni palindrome raggruppate e separate a intervalli regolari”, e sintetizzabile per i non addetti ai lavori in una procedura di “ taglia-incolla” genetico. Ora, i ricercatori dell'Università di Shenzhen riferiscono, con una pubblicazione sulla prestigiosa rivista Nature Methods, di aver sperimentato con tale metodica l’arresto della progressione dei tumori, facendoli per giunta rimpicciolire. Il test, portato su topolini, è stato duplice, modificando da un lato la struttura molecolare della Crispr in modo da attivare due geni oncosoppressori, nell'altro caso si è riprogrammata l'intera struttura cellulare per potenziarne l'insieme dei suoi meccanismi difensivi.

Da tali esiti incoraggianti gli stessi scienziati annunciano quindi che saranno i primi a testare la tecnica sulle persone malate di cancro. “ 'E' ancora presto per parlare di applicazioni sull'uomo”, commenta il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'Università romana di Tor Vergata, notando peraltro che è “significativo che il nuovo traguardo sia stato tagliato da ricercatori cinesi”, avendo investito parecchio nel settore delle biotecnologie.

In ogni caso le speranze degli studiosi continentali sono molte. “ L'aspetto davvero interessante è l'aver utilizzato un sistema che risponde a segnali creati dalle stesse cellule tumorali nella loro crescita ”, spiega il biologo molecolare Andrew Sharrocks, dell'Università di Manchester. E lo stesso Novelli conviene: “ Questo metodo per la prima volta ci permette di controllare un complesso meccanismo metabolico a cascata, come quello del tumore, agendo su più livelli e su più geni contemporaneamente ”. In due parole, si tratta di “potenzialità straordinarie”.

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