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L'attività fisica, se condotta con costanza e al contempo ragionevolezza, è il migliore amico della prevenzione, nell’ambito perfino di altri comportamenti personali dannosi.

Va detto a bassa voce, anche perché potrebbe suonare come un insalubre messaggio di conforto per chi fa uso, e soprattutto abuso, di alcol. Il concetto da recepire è tutt'altro, riguarda invece la fondamentale importanza dell'attività fisica che, se condotta con costanza e al contempo ragionevolezza, è il migliore amico della prevenzione, nell’ambito perfino di altri comportamenti personali dannosi.

Sono gli stessi scienziati dell'Università di Sidney, autori della ricerca pubblicata sul “British Journal of Sports Medicine”, a sgombrare il campo da ogni possibile equivoco sulla nocività dell'alcol: E' il ‘farmaco psicotropo’ più usato e, al contrario di molti altri, è socialmente e culturalmente accettato ”, denuncia il professor Emmanuel Stamatakis, ricordandone gli effetti deleteri, a iniziare dagli accresciuti rischi di tumore, cardiopatie, malattie del fegato e disturbi mentali.

Sono problemi già documentati, ma gli studiosi australiani hanno avuto l'idea di riesaminarli nel contesto, per una volta, di comportamenti viceversa virtuosi per la salute, a iniziare dall'attività motoria. Hanno quindi preso in rassegna i dati pregressi raccolti su oltre 36mila ultraquarantenni nell'ambito delle indagini annuali compiute in Gran Bretagna negli scorsi vent'anni.

Ebbene, è emerso che le persone che fanno un esercizio fisico scarso o nullo e bevono in modo moderato hanno un rischio di mortalità aumentato in tale lasso (rispetto agli astemi) del 20%, che si eleva al 47% per i decessi di tumore. Tra i “pigri” che bevono invece molto - oltre le “linee guida” stabilite dalle autorità britanniche - tali rischi si impennano, rispettivamente a +58% e al +87%.

La sorpresa riguarda però le persone che viceversa esercitano attività fisiche con una certa continuità. Ebbene, tra queste, i bevitori “pesanti” vedono gli accresciuti rischi di mortalità (sempre rispetto agli astemi) contenersi al 18%, e addirittura del 9% per i decessi tumorali. Inoltre, tra i bevitori moderati che fanno sport la differenza si azzera del tutto, il corpo sembra capace di “assorbire” e ricalibrarsi al livello degli astemi. L'alcol fa male, dunque, e sempre. Ma qui c'è dell'altro: la sedentarietà ne alimenta notevolmente il danno, anche quando consumato a piccole dosi, mentre all’opposto l'attività motoria è in grado di limitarlo sensibilmente.

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