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L’esito di un protocollo sperimentato nel Regno Unito ha il sapore di una potenziale svolta storica. Per la prima volta l’Hiv, dopo una sperimentazione farmacologica, risulta del tutto “invisibile” all’analisi del sangue di un paziente.

Attenzione, la “medicina” della completa guarigione ancora non c’è né, dicono gli scienziati, “è dietro l’angolo”. Ma l’esito di un protocollo sperimentato nel Regno Unito ha il sapore di una potenziale svolta storica. Per la prima volta l’Hiv, dopo una sperimentazione farmacologica, risulta del tutto “invisibile” all’analisi del sangue di un paziente, ed è un esito che suscita enormi speranze considerando che nel mondo ne sono affette circa 37 milioni di persone e ha causato finora quasi altrettante morti con lo sviluppo nell’Aids.

"Ho fatto gli ultimi esami due settimane fa e non c'era traccia del virus, ho partecipato all'esperimento per aiutare me stesso e gli altri, mi sembra incredibile ", le parole entusiaste del 44enne, consultato nell’anonimato dal Daily Telegraph. Lo stesso giornale, nel rispetto della cautela degli studiosi, è stato poi costretto all’indomani a rettificare il titolo. Non più virus “scomparso”, bensì “irrilevabile”, perché non si esclude il permanere di cellule malate “dormienti”.

Sono cinque le università coinvolte nel protocollo, sperimentato su cinquanta pazienti (di cui il 44enne è il primo), e sono di massimo livello: Oxford, Cambridge, Imperial College, University College London e King's College, sotto il coordinamento dell’autorità sanitaria nazionale.

Si tratta di un farmaco elaborato al fine di “ingannare” il virus, inducendolo a emergere dalle cellule in cui si nasconde, per poi attivarvi il sistema immunitario orientato a distruggerlo. “Kick and Kill”, dicono gli inglesi. Le sfida è dunque orientata proprio alle cellule nascoste: “La terapia è stata appositamente concepita per ripulire il corpo da tutti i virus dell'Hiv, compresi quelli dormienti – spiegano - Ha funzionato in test di laboratorio e ci sono prove che stia funzionando anche con gli esseri umani”.

Insomma, tra una cautela e l’altra sprigiona l’ottimismo. Ci vorrà tempo per le certezze ma la strada sembra tracciata. Nell’attesa, permangono le cure per “contenere” il virus e poterci convivere. Con potenziali terapeutici promettenti anche dal lato dei costi. “ I farmaci generici sono il futuro, amplieranno la cura dell’Hiv”, scrisse già nel 2012 la rivista Nature. E nei mesi scorsi raccontammo noi stessi gli ultimi esiti delle ricerche italiane (dal San Raffaele di Milano al Gemelli di Roma), che hanno comprovato la completa equivalenza nello “switch” agli equivalenti, a prezzo assai più basso. E’ bene ricordarlo, ed è fondamentale che lo sappiano i pazienti, perché quello scarto, per molti, può fare una differenza che vale la vita.

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