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Forse esiste una differenza sostanziale di genere. Dato forse ulteriormente sorprendente, sarebbero le donne, e non gli uomini, ad aver un bisogno superiore di “socialità” a tutela del proprio benessere.

In Canada hanno fatto uno studio sui topolini, in apparenza non di rilevanza scientifica mondiale, che invece farà scatenare sociologi, psicologi ed etologi (gli studiosi del comportamento animale), oltre che la ricerca medica. E’ un approfondimento sulla “solitudine” e i suoi effetti psico-fisici. L’esito riscontrato è quello di una differenza sostanziale di genere. Dato forse ulteriormente sorprendente, sarebbero le donne, e non gli uomini, ad aver un bisogno superiore di “socialità” a tutela del proprio benessere.

L’indagine è dell’Università di Calgary, la pubblicazione è sulla popolare rivista scientifica eLife. Gli animali sono stati analizzati sia in gruppi dello stesso sesso, sia in coppie, sia isolati del tutto per un periodo di 16-18 ore. Quindi sono stati esaminate le dinamiche delle cellule cerebrali che controllano il rilascio dei cosiddetti ormoni dello stress.

Il risultato è che appunto le femmine sono risultate più “stressate” dei maschi nella situazione solitaria. "Isolare i topi femmine per meno di un giorno ha portato al rilascio di una sostanza chimica chiamata corticosterone, prodotta in risposta a situazioni di stress ”, spiegano, con quel che consegue per la vulterabilità ad altre patologie. Concomitanza interessante, non sono state riscontrate invece differenze tra i sessi per quel che riguarda la risposta allo “stress fisico”: dopo una nuotata di venti minuti la loro reazione è risultata identica.

Molte specie utilizzano l'interazione sociale per ridurre gli effetti dello stress, e questo riguarda anche il genere maschile”, si precisa. Ma la differenza è rilevante, e “ potrebbe significare che le reti sociali sono più importanti per le donne, e che le giovani in particolar modo sono più sensibili all'isolamento sociale rispetto agli uomini ”.

La “tradizione” dell'uscita “tra maschi” al pub o per una partita di calcetto nasconde dunque un'altra verità, ossia il fatto che le donne hanno la medesima esigenza, anzi ne abbisognano in modo ancor più netto, e non solo per il proprio “stato d'animo”, ma anche per la propria salute. Nel 1986, la “Carta di Ottawa”, redatta nell'ambito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, sanciva che “ la salute è creata e vissuta dalle persone all'interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama ”. Questione sociale, dunque, non solo di batteri e virus.

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