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Hanno ragione gli storici contemporanei, quando spiegano che per capire da dove viene e dove va il nostro mondo bisogna entrare in fabbrica: è lì dentro che tutto si costruisce, ben al di là dei singoli prodotti.

Hanno ragione gli storici contemporanei, quando spiegano che per capire da dove viene e dove va il nostro mondo bisogna entrare in fabbrica: è lì dentro che tutto si costruisce, ben al di là dei singoli prodotti. Ci stanno le nostre conquiste, le fatiche, la genesi tecnologica e materiale, il cuore dei nostri rapporti socio-economici, e ci furono perfino - dicono i più critici riferendosi al passato ottocentesco – i sistemi organizzativi “militareschi” che avrebbero fatto addirittura da preludio ai conflitti mondiali del secolo scorso. Tutto, nel bene e nel male, nasce lì dentro.

“Entrare in fabbrica” è allora un’esperienza storica, una presa di coscienza di noi stessi e del mondo, e quando le sfide dei nostri giorni si giocano nel contesto di serie difficoltà economiche e produttive quel mondo salta agli occhi come un’epica lanciata da un’isola felice. E se l’oggetto della “produzione” è la nostra salute, con l’aggiunta non secondaria del nostro risparmio a dispetto di tante resistenze e interessi, la visita è tecnicamente salutare, oltre che profondamente istruttiva.

In questo c’è il cuore della bella iniziativa di Assogenerici di spalancare i propri stabilimenti, “Fabbriche Aperte”, a testimonianza di un mondo che suda al servizio di un orizzonte eticamente alto, dal suo impatto per il lavoro alla sua ricaduta per la salute. Un’allegra brigata di circa diecimila occupati (quasi tutti a tempo indeterminato) capace di una produzione – i farmaci equivalenti – che riproduce, a prezzo inferiore, gli identici principi attivi, efficacia e sicurezza terapeutica.

 E così, dopo Sandrigo, nel vicentino (Zeta Farmaceutici), e Ivrea, nel torinese (Abc Farmaceutici), nei giorni scorsi l’operazione ha coinvolto la sede Mipharm di Milano e la Lachifarma di Zollino, in provincia di Lecce, con incontri a notevole impatto mediatico. “Apriamo le porte affinché il mondo istituzionale, i medici, i pazienti e i cittadini possano conoscere il livello di avanguardia tecnologica e gli standard qualitativi che ci sono dietro la produzione dei farmaci generici equivalenti”, ha spiegato Enrique Häusermann, presidente di Assogenerici.

Tutti dentro, dunque, a vedere con i propri occhi i sistemi produttivi e la straordinaria interazione tra ricerca, innovazione e qualità. Significativo è, infatti, il dato sul personale addetto alla “qualità”: il 33%, con punte che sfiorano la metà in alcune realtà medio-piccole. Qui sta l’importanza della “corretta informazione sulla qualità dei farmaci equivalenti nei confronti dei quali, a vent’anni dall’introduzione in Italia, c’è ancora diffidenza”, nota ancora Häusermann, descrivendo uno scenario in crescita ma ancora lontano dai livelli raggiunti dai principali paesi europei. Diffidenze senza ragion d’essere, come ripetutamente sottolineato dall’Agenzia Italiana del Farmaco, e come inoltre documentato dal fatto stesso – nota Luciano Villanova - Qualified Person di Lachifarma – che “nel medesimo stabilimento si producono farmaci generici equivalenti e farmaci etici”.

La sfida etica è dunque quella di “una profonda opera di diffusione della conoscenza, necessaria perché c’è ancora molta gente che vede il farmaco generico equivalente come qualcosa di seconda scelta”, incalza Giuseppe G. Miglio, fondatore e presidente di Mipharm, invocando una migliore “intesa tra la classe medica e la classe produttiva”. E i pazienti concordano. “Serve una sinergia”, echeggia Anna Maria De Filippi, coordinatrice provinciale del Tribunale diritti del malato di Cittadinanza Attiva, ricordando anche la campagna “Io Equivalgo”, condotta da mesi dalla principale rete associativa italiana a sostegno dei generici equivalenti.

Addirittura una “crociata culturale”, nelle parole del senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, membro della Commissione Sanità, che ha sottolineato come “gli equivalenti abbiano consentito di mettere in sicurezza il Servizio Sanitario consentendo risparmi sul bene-farmaco in condizioni di assoluta efficacia e sicurezza terapeutica”. Un risparmio che per tantissimi fa la differenza nella scelta di potersi curare o meno. E se ancora persistessero scetticismi, si sappia: le fabbriche del comparto dei farmaci generici equivalenti sono aperte!

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