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L’adolescenza è un limbo, e spesso poco piacevole. Scagli la prima pietra chi non ha attraversato qualche serio disagio, quantomeno psicologico, nell’ampia e critica forbice che separa l’infanzia dall’età adulta.

L’adolescenza è un limbo, e spesso poco piacevole. Scagli la prima pietra chi non ha attraversato qualche serio disagio, quantomeno psicologico, nell’ampia e critica forbice che separa l’infanzia dall’età adulta. Il problema è che quel “limbo” è anche sanitario. I ragazzi vanno poco dal medico, e l’assistenza per loro è di fatto scarna, proprio in una fase psico-fisica così delicata che richiederebbe viceversa un’altissima attenzione.

Ed è per questo che la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (Sima) ora scende in campo lanciando pubblicamente la proposta di veri e propri “Voucher della Salute” da consegnare ai giovani fino ai 22 anni e da utilizzare per visite specialistiche in strutture convenzionate del Servizio Sanitario Nazionale al termine dell’età pediatrica. Il momento del passaggio dal pediatra al medico di medicina generale è fissato a 14 anni, ma in casi speciali è consentito un prolungamento fino ai 16. Ed è un passaggio assai delicato, per giunta privo di “linee guida” ufficiali – come più volte segnalato dalla Società Italiana Cure Primarie – sicché la transizione (con tutto quel che richiede sul piano anche della consegna delle informazioni cliniche), è lasciata essenzialmente alla sensibilità del singolo operatore. 

I numeri della “domanda di cure”, seppur perlopiù silente, sono impressionanti. I pazienti tra i 15 e i 17 anni che soffrono di qualche patologia cronica sarebbero oltre 300mila, secondo le cifre ufficiali dell’Istat, ossia circa un quinto dei giovani, e se si allarga la fascia di osservazione fino ai 22 anni si sfiora il milione. Si tratta in larghissima parte di patologie allergiche, ma nel 10% dei casi il nodo è quello di accertati disturbi nervosi.

Accertati, dunque, ma poco curati. “Ci siamo accorti con stupore che esiste una larga fascia di ragazzi per i quali il Sistema Sanitario Nazionale non prevede visite mediche - spiega il presidente della Sima Piernicola Garofalo – e ispirandoci ai recenti Voucher della Cultura, li abbiamo pensati per la salute e la prevenzione”. E’ ancora solo una proposta, indirizzata al Ministero della Salute e ai decisori regionali, con importi e tempistica da calibrare in funzione delle esigenze di bilancio e delle necessità individuali di cura.

L’idea di fondo è comunque quella di sensibilizzare gli addetti ai lavori sulle necessità sanitarie dell’adolescenza, ma anche di responsabilizzare ed educare i giovani alla prevenzione e una gestione autonoma della propria salute. Un caso limite è quello delle adolescenti dopo i primi cicli mestruali: da un’indagine italiana del 2013, emerge che solo una su quattro si è mai recata dal medico. E allora, che siano i prospettati “voucher” o altro, la sfida è quella di far uscire da quel limbo non solo i ragazzi, bensì anzitutto l’attenzione pubblica che meritano, anche quando non la chiedono.

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