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C’è chi dorme bene e chi no. Si tratta di un “dono” spesso congenito, o all’opposto di un nodo apparentemente di difficile soluzione, tanto che si stima che almeno un quinto degli adulti abbia cercato prima o poi ristoro in un farmaco.

C’è chi dorme bene e chi no. Si tratta di un “dono” spesso congenito, o all’opposto di un nodo apparentemente di difficile soluzione, tanto che si stima che almeno un quinto degli adulti abbia cercato prima o poi ristoro in un farmaco. Detto questo, c’è però dell’altro. Ci sono cioè una serie di accorgimenti semplici, quanto spesso dimenticati o sottovalutati, che possono dare a molti una mano decisiva. Li ha ricordati in questi giorni la Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno, tramite un vero e proprio “decalogo”.

Sull’entità del problema, i dati anche italiani sono preoccupanti, tra stime di insonnia “cronica” che superano il 10% della popolazione nazionale, mentre quella “occasionale” sfiora la proporzione di un terzo. Di più, è emerso che quasi la metà della popolazione che si rivolge al medico di base soffre di disturbi al sonno. E le conseguenze sono serie, dall'esposizione al diabete al sovrappeso, dai rischi cardiovascolari a quelli psichiatrici, senza contare l’impatto generale sulla qualità della vita e perfino sulla produttività lavorativa, oltre che all’esposizione alla totalità delle malattie per l’abbassamento delle difese immunitarie. 

Da tutto questo emerge l’importanza del decalogo siglato dal presidente della Fondazione Francesco Peverini. Evitare le temperature ambientali troppo calde (non oltre i 18-20 gradi), i materassi datati (oltre la soglia di circa otto anni), lenzuola, coperte, piumoni e pigiami di scarsa qualità (con rischi allergici), le luci accese, perfino quelle piccole che tengono in carica i telefonini.

E’ bene naturalmente anche evitare i rumori, che disturbano anche quando non ce ne ricordiamo al risveglio, e fare attenzione addirittura agli odori, alcuni dei quali sono comunque benefici, com’è il caso esemplare della lavanda, che agevola il rilassamento diminuendo la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Poi l’igiene, meglio una stanza pulita e ordinata, per quel che consegue sulla qualità del respiro e della psiche. Su quest’ultima, bene “chiudere tutto” in anticipo, ben prima di coricarsi, evitando che i pensieri sul da farsi al risveglio debilitino il riposo. E questo riguarda anche l’alimentazione: male i pasti in eccesso, male anche pasteggiare subito prima del sonno, rinunciando a un paio d’ore di avvio digestivo.

L’orizzonte è quello della qualità della salute notturna, foriera di energie all’indomani, o di gravi impedimenti in sua assenza. Poi c’è il nodo della “quantità necessaria.” Ed è anch’esso un tema individuale, su cui non mancano le differenze. Qualche “dritta” di fondo comunque c’è, ed è quella di circa otto ore di sonno per gli adulti. Essa può variare tra i singoli, ma non di molto. Dormire poco fa assai male, ma – ha recentemente documentato l’American Heart Association – anche dormire troppo non va bene. Quando si tratta di riposo (come di altro), l’imperativo è quello di tenersi alla larga dagli eccessi, ovunque essi siano.

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