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Le esperienze che si fanno da piccolissimi, subito dopo la nascita, anche se vengono dimenticate, possono lasciare cicatrici profonde e indelebili. Un recente studio condotto dal King's College London ha dimostrato che i bambini abbandonati precocemente dai loro genitori biologici e che hanno sperimentato gravissime privazioni all'inizio della loro vita hanno cervelli più piccoli da adulti. I risultati, pubblicati sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences, si basano su quanto emerso da scansioni cerebrali a cui sono stati sottoposti alcuni giovani adulti abbandonati in orfanotrofi rumeni, istituiti sotto il regime del dittatore Nicolae Ceauşescu – il cui regime oppressivo vietava la contraccezione -  e successivamente adottati da famiglie britanniche.

Il mondo rimase scioccato quando furono rese note le condizioni difficili in cui quei bambini hanno vissuto negli orfanotrofi. I piccoli erano denutriti, avevano pochi contatti sociali e non ricevevano cure sufficienti. I risultati dello studio mostrano che l’abbandono precoce ha lasciato un segno profondo sulle loro strutture cerebrali, nonostante il successivo inserimento in famiglie amorevoli nei primi anni ’90. “La scoperta più sorprendente”  commenta Edmund Sonuga-Barke, coautore dello studio del King’s College London, “è proprio la persistenza di questi effetti sul cervello. Questo significa che la neuroplasticità ha dei limiti e che l’idea che tutto sia recuperabile, non importa quale sia la tua esperienza non è necessariamente vera”.   Precedenti studi condotti su questi bambini adottati hanno dimostrato tassi levati di problemi cognitivi, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e, da adulti, alti livelli di ansia e depressione. I risultati del nuovo studio hanno rivelato che le persone rumene adottate hanno in media un cervello più piccolo dell’8,6% rispetto a un gruppo di controllo e che la dimensione della riduzione era legata alla durata del tempo trascorso negli orfanotrofi rumeni: ogni mese aggiuntivo era collegato a un volume cerebrale totale inferiore di 3 centimetri cubi. “Più privazione hanno subito, più piccolo è il loro cervello”, conferma Sonuga-Barke.

Le minori dimensioni del cervello possono spiegare il quoziente intellettivo più basso e, almeno in parte, i tassi più elevati di ADHD riscontrati tra gli adottati rumeni. Lo studio, tuttavia, non chiarisce in che modo la privazione possa aver influenzato il cervello:  tra le ipotesi avanzate,    l’assenza di esperienze importanti per il normale sviluppo del cervello e lo stress cronico che potrebbe danneggiare il cervello in via di sviluppo.

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