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Addio vecchia e invasiva coronagrafia. Per la prima volta i cardiochirurghi del Centro Cardiologico Monzino di Milano hanno eseguito l'intervento di bypass sulla base della Tac Coronarica, invece che sulla coronografia. Una vera e propria svolta nella cardiochirurgia che apre a un innovativo standard diagnostico e terapeutico. Gli ottimi risultati ottenuti nei primi quattro pazienti confermano che gli interventi tac-guidati rappresentano l’avanguardia nella diagnosi e nel trattamento delle malattie coronariche, grazie a cui i pazienti possono evitare la procedura invasiva della cateterizzazione e contare su esiti migliori della chirurgia.

“Il nostro studio Syntax III Revolution – spiega Daniele Andreini, coordinatore dello studio Fast track e responsabile Unità TC Cardiovascolare del Monzino - ha dimostrato che, per i pazienti con malattia coronarica, la tac coronarica è sovrapponibile alla coronarografia come strumento per decidere se effettuare il bypass o impiantare uno o più stent per rivascolarizzare adeguatamente il loro cuore. Abbiamo, anzi, trovato che le immagini tac delle coronarie e della riserva frazionale di flusso, offrono una migliore analisi anatomica e funzionale della circolazione coronarica. Abbiamo quindi pensato che, nel caso il chirurgo optasse per il bypass, queste stesse immagini potevano essere utilizzate anche per una più accurata pianificazione ed esecuzione dell’intervento. I primi dati ci danno ragione: a 30 giorni dai primi interventi tac-guidati, i primi 4 pazienti presentano bypass pervi e gli obiettivi stabiliti durante la pianificazione dell’intervento sono stati pienamente raggiunti, come la TAC ad un mese ci ha dimostrato”.

Bypass Fast track, ideato da Patrick Serruys, dell’Università di Galway, è uno studio prospettico che recluterà 114 pazienti in 3 centri. Il presupposto fondamentale della ricerca è l’esistenza di una squadra multidisciplinare, Heart Team, formata dal cardiochirurgo, il cardiologo ed esperto di imaging cardio-radiologico. “Questo studio rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale per i cardiochirurghi – commenta Giulio Pompilio, direttore Scientifico del Monzino e cardiochirurgo responsabile dello studio – poiché pianificare l’intervento senza coronarografia può sembrare tutt’oggi impensabile per molti miei colleghi. In realtà, l’accuratezza e la versatilità delle immagini coronariche ottenute con la TAC, non da ultima la ricostruzione 3D, unita ai dati sul flusso sanguigno all’interno delle coronarie forniscono per la prima volta nella storia della cardiochirurgia un insieme di informazioni mai ottenute in precedenza con la sola coronarografia. Siamo convinti che l’esperienza che stiamo facendo potrà portare ad un nuovo standard diagnostico cardiochirurgico”.

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