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Un nuovo principio attivo efficace contro il leiomiosarcoma, un tumore raro, maligno e molto aggressivo che ha origine nel tessuto muscolare liscio e si diffonde molto rapidamente attraverso i vasi sanguigni. Questo tipo di tumore non risponde adeguatamente alla radioterapia e alla chemioterapia, quindi solitamente il tessuto colpito viene rimosso chirurgicamente. Se però il tumore non viene individuato precocemente, tende a ripresentarsi dopo la rimozione chirurgica. Per questo lo studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale, di cui fa parte anche Eurac Research di Bolzano (Eurac Research di Bolzano), è stato accolto con entusiasmo dalla comunità scientifica. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nucleic Acids Research.

Per lo studio, il team ha testato una serie di composti chimici che riprogrammano l’epigenoma, cioè agiscono su modificazioni non permanenti del DNA cambiando l’espressione dei geni, ma non la sequenza. Nel laboratorio dell’Università di Udine le molecole sono state vagliate su modelli cellulari di leiomiosarcoma. Una piccola molecola chiamata NKL54 ha dimostrato di essere particolarmente efficace nell’inibire la crescita cellulare in questo tipo di cancro. La molecola, grazie alla sua azione sull’epigenoma, riprogramma le cellule in modo che importanti geni disattivati nel tumore – compresi i geni responsabili della morte cellulare – riprendano a funzionare. In parallelo, il team bioinformatico di Eurac Research si è impegnato nell’analisi dei dati generati con metodi di sequenziamento di nuova generazione del DNA, e ha permesso di comprendere come le diverse molecole, in particolare NKL54, potessero modificare l’espressione dei geni nelle cellule tumorali agendo sull’epigenoma.

Allo stesso tempo, il team ha confrontato i dati ottenuti con quelli presenti in alcuni database internazionali e ha identificato alcuni geni che – quando attivi nei soggetti con leiomiosarcoma – indicano che queste persone hanno un periodo di vita significativamente prolungato. “Questo risultato parziale dello studio è potenzialmente molto interessante”, sottolinea il bioinformatico Christian Weichenberger dell’Istituto di Biomedicina di Eurac Research. “Fornisce la base per studi di follow-up su terapie farmacologiche efficaci per questo tipo aggressivo di cancro”, aggiunge la collega Emanuela Kerschbamer. Il responsabile dello studio dell’Università di Udine Claudio Brancolini riassume: “Potendo esplorare gli effetti epigenetici di NKL54, abbiamo ottenuto importanti informazioni che possono consentire di sviluppare delle molecole con attività anti-tumorale ancora più potente e quindi avvicinarsi ancora di più a nuove applicazioni nella clinica. Grazie al progetto europeo Interreg, abbiamo potuto svolgere questo studio riunendo diverse competenze da diversi luoghi e paesi”. Lo studio è stato finanziato dal progetto “EPIC” nell’ambito del programma europeo Interreg Italia-Austria e del programma di ricerca italiano PRIN. 

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