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Potrebbe esserci una “via naturale” che può contribuire a rallentare la progressione della malattia di Alzheimer. Si tratta della vitamina B3, o niacina, che sembrerebbe in grado di fermare la morte dei neuroni e rallentare la progressione della patologia. O almeno è stato così nei topi, coinvolti in uno studio condotto dall’Indiana University School of Medicine e pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. I risultati suggeriscono che l’attivazione del recettore per la niacina con interventi dietetici potrebbe aiutare a rallentare il decorso della malattia di Alzheimer nei pazienti, che attualmente non hanno trattamenti approvati per modificare il decorso della patologia.

L'Alzheimer è una delle principali cause di demenza e disabilità in tutto il mondo. Per questo tra le priorità della comunità scientifica ci sono la creazione di nuovi trattamenti in grado di rallentare o fermare gli effetti devastanti della malattia sul cervello. Ricerche precedenti hanno suggerito che le persone con un’elevata assunzione di vitamina niacina hanno prestazioni cognitive più forti e un minor rischio di malattia di Alzheimer, suggerendo che la vitamina potrebbe essere utile come nuova terapia. In questo studio, i ricercatori hanno studiato il legame tra l’assunzione di niacina e le principali caratteristiche della malattia di Alzheimer in un modello murino e campioni di tessuto cerebrale post mortem di pazienti. Sia i topi che i campioni hanno mostrato un’espressione anormale del recettore della niacina HCAR2, che si trova principalmente nelle cellule immunitarie cerebrali chiamate microglia.

Inoltre, l’inattivazione del gene Hcar2 nei topi ha accelerato il loro declino cognitivo e l’accumulo di placche di amiloide-beta legate alla malattia. Tuttavia, il trattamento dei topi con la formulazione di niacina approvata dalla FDA Niaspan ha avuto l’effetto opposto: la terapia ha ridotto la formazione di placche, ha rallentato la morte dei neuroni e ha migliorato le prestazioni degli animali nei test di memoria e cognizione. Il team conclude che la niacina potrebbe avere un potenziale uso clinico nella malattia di Alzheimer, poiché la formulazione è già approvata e ha solo effetti collaterali minori. “Questo studio identifica un potenziale nuovo bersaglio terapeutico per il morbo di Alzheimer, che può essere modulato da farmaci approvati dalla FDA”, ha detto Miguel Moutinho, tra gli autori dello studio. “Il potenziale traslazionale di questa strategia per l'uso clinico è elevato”, ha concluso.

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