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Due minuti al giorno, purché siano intensi. Tanto basta per beneficiare dell'effetto "scudo" dell'attività fisica contro il rischio di morte. O almeno questo è quanto ha dimostrato un gruppo di scienziati dell'Università di Sidney in uno studio pubblicato sull’European Heart Journal. I ricercatori hanno quindi concluso che piccole dosi di esercizio fisico, un totale di soli 15 minuti a settimana, possono fare la differenza per la salute di una persona. “La mancanza di tempo è l’ostacolo più comunemente segnalato da chi vorrebbe allenarsi di più – afferma Matthew Ahmadi, tra gli autori dello studio –. Il nostro lavoro suggerisce però che bastano due minuti al giorno di attività intensa per ridurre significativamente il rischio di morte prematura”.

Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno arruolato 71.893 adulti sani, ai quali è stata misurata la quantità di attività fisica che facevano durante la settimana. I partecipanti sono stati seguiti per una media di 6,9 anni. Gli esperti hanno valutato le possibili associazioni tra l’attività fisica, il rischio di morte per tutte le cause e l’incidenza di malattie cardiovascolari e oncologiche. Stando a quanto emerso dall’indagine, chi non praticava alcuna forma di esercizio fisico aveva una probabilità maggiore del 4 per cento di morire entro cinque anni. Al contrario meno di 10 minuti di attività vigorosa a settimana sembravano dimezzare tale percentuale. Coloro che invece eseguivano 60 minuti o più di sport intenso a settimana mostravano un rischio di decesso pari all'1 per cento. Per quanto riguarda la frequenza, l’accumulo di brevi periodi (fino a due minuti) di attività vigorosa in media quattro volte al giorno era associato a un rischio di morte inferiore del 27 per cento.

Un secondo studio, pubblicato sulla stessa rivista e condotto dagli scienziati dell’Università di Leicester e dell’Università di Cambridge, mostra inoltre che per una data quantità di attività fisica e l’aumento dell’intensità sono entrambi associati a una ridotta probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari. Ad esempio, riportano gli esperti, il tasso di malattie cardiovascolari era inferiore del 14 per cento quando il 20 per cento del totale del tempo dedicato all’attività era svolto a ritmo intensivo. “Quando esaminiamo i benefici dello sport – afferma l’autore dello studio, Paddy Dempsey – è necessario tenere conto della quantità e dell’intensità, entrambi gli aspetti possono infatti influenzare la salute cardiovascolare. I nostri risultati suggeriscono che aumentare il volume totale dell’attività fisica non è l’unico modo per ridurre la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, in alcuni casi potrebbe essere sufficiente incrementarne solamente l’intensità”.

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