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L’inoculazione per via nasale della molecola Nerve Growth Factor (NGF), scoperta da Rita Levi Montalcini, potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio condotto dall’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma, che ha sviluppato e testato il nuovo trattamento innovativo. La sperimentazione, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Pharmacology, si inserisce in un contesto di cura nel quale è necessario agire con la massima tempestività.

E' noto, infatti, che in conseguenza di un trauma cerebrale (lesione primaria) si possono verificare in breve tempo una successione di eventi molecolari e biochimici tali da peggiorare ulteriormente il danno. “Sappiamo che queste lesioni possono attivare una serie di conseguenze a cascata quali ischemie (per un ridotto apporto di sangue), ipossie (per carenza di ossigeno) e neuroinfiammazioni, che acutizzano la gravità e aumentano l’estensione della lesione, con esiti spesso permanenti e invalidanti”, spiega Marzia Soligo del Cnr-Ift, autrice della ricerca. “Il nostro studio nasce quindi dalla necessità di prevenire, o limitare, alcuni di questi meccanismi che determinano l’insorgenza di danni secondari”, aggiunge. Nello studio, i trattamenti hanno previsto la somministrazione di NGF umano su modelli murini e, a partire dal giorno seguente la fine del ciclo terapeutico, sono stati valutati l’insorgenza di sintomi di disabilità motoria e lo sviluppo di fenomeni di neuroinfiammazione. “Abbiamo potuto constatare che questa molecola, messa a disposizione da Dompé farmaceutici, inoculata immediatamente dopo il trauma cerebrale, riesce a limitare e prevenire - dice Luigi Manni, ricercatore del Cnr-Ift e primo autore della ricerca - lo sviluppo di danni secondari responsabili della progressione generalizzata del danno cerebrale, come le disabilità di tipo motorio, sia nella zona di impatto (corteccia parietale) che in altre aree del cervello, quali l’ipotalamo”.

Sappiamo che le lesioni cerebrali traumatiche, che rappresentano uno dei maggiori problemi nel campo della neurologia, causano ogni anno in Europa circa 1,5 milioni di ricoveri e le popolazioni pediatriche e adolescenziali risultano essere ad alto rischio. “Nell’ambito del progetto, inoltre, è in corso di svolgimento il primo studio clinico autorizzato in Italia che prevede l’uso di NGF veicolato al cervello tramite somministrazione intranasale in bambini con esiti di TBI grave”, sottolinea Manni. “Benché questo trattamento sia applicato a pazienti con traumi cronici - cioè a distanza di mesi dal trauma - l'aspettativa è che questi dati preclinici possano aprire all’esplorazione degli effetti del trattamento precoce con NGF, da associare alle cure primarie per coloro che hanno appena subito una lesione cerebrale grave”, conclude.

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