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Oltre ad essere sicuro ed efficace, è anche termostabile. Il nuovo vaccino sperimentale contro la tubercolosi, messo a punto dallo scienziato Christopher B. Fox e dai colleghi dell’Access to Advanced Health Institute di Seattle, sembra essere molto vantaggioso. Può essere quindi facilmente trasportato, conservato e somministrato anche in quei paesi difficili da raggiungere e con poche infrastrutture sanitarie. Il vaccino è stato testato con successo in uno studio clinico di fase I, pubblicato sulla rivista Nature Communications, e potrebbe diventare un'arma contro una malattia infettiva che causa più decessi al mondo e che ha il maggior impatto sulla morbilità e mortalità a livello globale.

Si stima che ogni anno causi circa 1,6 milioni di decessi nel mono. Per questo la possibilità di poter disporre di un vaccino efficace va certamente considerata una buonissima notizia. Il nuovo vaccino sperimentale è la versione liofilizzata di un precedente candidato non termostabile, che è stato già testato in studi clinici precedenti. Si chiama ID93+GLA-SE ed è composto da quattro proteine del batterio responsabile della tubercolosi, il Mycobacterium tuberculosis, combinate con GLA-SE, un adiuvante immunostimolante. La formulazione liofilizzata non richiede la refrigerazione, ma basta miscelarla con acqua sterile appena prima dell'iniezione. La sperimentazione ha coinvolto poco meno di 50 persone, 23 delle quali hanno ricevuto la formulazione del vaccino termostabile a flaconcino singolo, mentre i restanti partecipanti hanno ricevuto la formulazione non termostabile a due flaconcini.

Ebbene, entrambe le formulazioni si sono rivelate sicure e ben tollerate. Ma coloro che hanno ricevuto il vaccino termostabile a flaconcino singolo hanno mostrato una risposta immunitaria robusta e hanno prodotto livelli più elevati di anticorpi nel sangue rispetto a coloro che hanno ricevuto la versione non termostabile a due flaconcini. Anche se questi risultati devono essere confermati in studi più ampi, secondo i ricercatori rappresentano “una prova del concetto che i vaccini contenenti adiuvante possono essere realizzati in una formula liofilizzata in fiala singola senza influire negativamente sull'immunogenicità clinica o sulle caratteristiche di sicurezza”.

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