L’IRCCS di Candiolo ha documentato, tra i primi centri al mondo, la fattibilità di un nuovo tipo di approccio chirurgico robotico nel trattamento del tumore all’ovaio in stadio iniziale che, a differenza della tradizionale laparatomia o laparoscopia, prevede l’utilizzo di una sola “porta d’ingresso”. Questo significa che per rimuovere il tumore, nel nuovo tipo di intervento di chirurgia robotica avanzata il chirurgo esegue soltanto una piccola incisione di 3 cm a livello dell’ombelico, anziché i soliti 4/5 “accessi” di 2 cm circa l’uno, limitando in questo modo il numero delle cicatrici a 1 e riducendo il dolore post-operatorio, pur mantenendo la stessa efficacia e sicurezza degli interventi endoscopici tradizionali. Si tratta di un’evoluzione della chirurgia mini-invasiva.
I vantaggi dell’innovativa procedura sono stati descritti in un articolo pubblicato sull’International Journal of Gynecological Cancer e saranno presentati alla 34esima edizione del congresso annuale dell’European Society for Gynaecological Endoscopy (ESGE), che si terrà il prossimo ottobre a Istanbul.
“L’innovativo intervento chirurgico robotico offre nuove speranze a tutte le pazienti con diagnosi di carcinoma ovarico allo stadio iniziale ed in particolare alle giovani donne - spiega Luigi Carlo Turco, Direttore dell'Ovarian Cancer Center dell’Istituto di Candiolo IRCCS -. Nello specifico, il caso clinico oggetto dell’articolo è quello di un tipo di tumore ovarico epiteliale raro (il 6% di tutti i tumori ovarici), spesso associato all’endometriosi e che è noto per essere più resistente alla chemioterapia standard. L’intervento ‘a porta singola’ consente la rimozione del tumore, e nonostante l’unico piccolo accesso operativo, permette di eseguire tutte le procedure standard di stadiazione intensiva e conservativa del carcinoma ovarico, e, come in questo caso, preservando la possibilità di avere figli. Questa nuova tecnica è meno invasiva e mira a ridurre al minimo l'impatto estetico, quindi anche psicologico, di subire un intervento chirurgico per patologia oncologica, e ad accelerare il recupero post-operatorio”.
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