Circa un fumatore adulto su 7 (il 14% degli adulti fumatori) ha un qualche grado di disabilità. Non è un caso se la diffusione delle disabilità è doppia tra i fumatori rispetto a chi non ha mai fumato. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Tobacco Control, basato su dati americani e condotto presso i Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta. Nel complesso, i dati suggeriscono che il 40% dei 25 milioni di adulti fumatori negli Usa sperimenta un qualche livello di difficoltà funzionale.
Dal microambiente tumorale possono arrivare informazioni preziose che consentono di sapere in anticipo quali pazienti con melanoma possono o meno beneficiare dei trattamenti immunoterapici. A spingere un passo in più avanti l’“immuno-oncologia di precisione” sono due studi presentati da Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology, a Chicago. Entrambi i lavori sono stati condotti nell’ambito dello studio clinico SECOMBIT, progettato per valutare l’efficacia di diverse sequenze terapeutiche nei pazienti con melanoma metastatico BRAF mutato, caratterizzato da una mutazione genetica che spinge le cellule tumorali a crescere.
La qualità degli alimenti consumati è un fattore cruciale per la salute cardiaca, tanto quanto la quantità di carboidrati o grassi assunti. Lo rivela uno studio condotto da Zhiyuan Wu, ricercatore post-dottorato nel laboratorio di Qi Sun, presso la Harvard TH Chan School of Public Health, e colleghi, presentato in occasione del congresso NUTRITION 2025 dell’American Society for Nutrition. La ricerca ha analizzato le abitudini alimentari e la salute cardiaca di quasi 200 mila partecipanti: 43.430 uomini e oltre 150.000 donne provenienti da tre grandi coorti (Health Professionals Follow-Up Study, Nurses’ Health Study e Nurses’ Health Study II), seguiti per diversi decenni.
Per la prima volta il “DNA spazzatura” è stato studiato con un livello di dettaglio che non ha precedenti, rivelando che quella porzione di genoma ritenuta per moltissimo tempo inutile perché priva di geni che producono proteine, ha in realtà un ruolo determinante nello sviluppo e nella progressione del cancro. A fare nuova luce su quello che oggi viene considerata la “materia oscura” del nostro DNA, che copre almeno il 70% del genoma, è uno studio condotto dall’Istituto di Candiolo – IRCCS e dal Dana-Farber Cancer Institute di Boston. I risultati, appena pubblicati sulla rivista Blood, mostrano che centinaia di RNA lunghi non codificanti (lncRNA), molecole di RNA che non producono proteine e che vengono ‘generate’ in specifiche isoforme, ovvero in specifiche “versioni”, hanno un ruolo funzionale essenziale per la crescita del tumore.
In un solo anno il numero di omicidi commessi da minorenni in Italia è più che raddoppiato: dal 4% del 2023 all’11,8% nel 2024, secondo i dati della Criminalpol. In sostanza si passa dai 14 omicidi commessi da minori nel 2023 (su 340 totali) a circa 35 omicidi commessi da minori nel 2024 (su 319 totali). Un aumento di oltre il 150% in valore assoluto. Anche le vittime minorenni risultano in crescita: dal 4% al 7% del totale. Una crescita che non può essere ignorata e che impone un cambio di passo. Il tema è stato affrontato al congresso nazionale della Società Italiana di Psichiatria e Psicopatologia Forense (SIPPF) ad Alghero, e sintetizza un’emergenza su più fronti: l’abuso di sostanze, i disturbi psichiatrici in esordio, il disagio legato a contesti migratori.
Attualmente è il primo test genetico disponibile in Italia che è in grado di valutare con precisione l’aggressività del tumore alla prostata e suggerire il trattamento più adatto. Si tratta di Prostatype, disponibile presso il Policlinico Tor Vergata di Roma. I metodi diagnostici standard non sempre permettono di prevedere con accuratezza l’evoluzione della malattia, portando in alcuni casi a terapie troppo aggressive, con effetti collaterali debilitanti (incontinenza, impotenza, ecc.); e sottotrattamento, con il rischio che un tumore ad alto rischio non venga adeguatamente contrastato.
Se non si interverrà subito, nel 2030 un miliardo di adolescenti nel mondo, ossia circa uno su due, vivrà in contesti rischiosi per la salute. Si stima che 464 milioni di adolescenti saranno sovrappeso o obesi, che un terzo delle ragazze soffrirà di anemia, quasi 200 milioni avranno problemi con l’alcol e che 42 milioni di anni di vita sana andranno persi a causa di disturbi mentali o suicidio. Lo indica l’analisi condotta dagli esperti della “Lancet Commission on teenager Health and Wellbeing” pubblicata sulla rivista The Lancet.
A seguito del trattamento radioterapico delle metastasi al cervello, distinguere tra le alterazioni radio-indotte del tessuto cerebrale e la progressione del tumore è una sfida diagnostica cruciale. Le tecniche diagnostiche convenzionali, come la risonanza magnetica, spesso non sono dirimenti, perché le caratteristiche radiologiche dei due tipi di tessuto sono molto simili. Secondo i risultati di un nuovo studio pubblicato su Neuro Oncology, l’Intelligenza Artificiale potrebbe superare queste limitazioni: i risultati dimostrano la superiorità dell’AI nel distinguere tra radionecrosi e progressione tumorale in pazienti con metastasi cerebrali sottoposti a radiochirurgia stereotassica, una tecnica di radioterapia ad alta precisione.
Messa a punto una piattaforma innovativa di telemedicina per la diagnosi precoce del melanoma. Il nuovo sistema integra intelligenza artificiale e analisi avanzate delle immagini, migliorando sensibilmente la precisione e l’accuratezza diagnostica. Questi, in estrema sintesi, i risultati del progetto TELEMO, coordinato dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc) e finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del Bando Ricerca Salute 2018. L’iniziativa aveva l’obiettivo di supportare, accelerare e ottimizzare lo screening delle lesioni cutanee, favorendo una diagnosi precoce del melanoma nella popolazione generale.
La mastectomia bilaterale o l’asportazione di tube e ovaie sono salvavita nelle giovani donne con “mutazioni Jolie“, non solo per le portatrici sane, ma anche per chi ha già ricevuto una diagnosi di tumore al seno. A rivelarlo il più ampio studio al mondo mai realizzato su giovani under 40 con storia clinica di un tumore mammario e mutazioni dei geni BRCA 1 e BRCA 2, responsabili di un elevato rischio di sviluppare cancro al seno e alle ovaie. La ricerca pubblicata su The Lancet Oncology, è stata coordinata dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova.
Una corretta alimentazione è riconosciuta come un pilastro fondamentale non solo nella prevenzione oncologica, ma anche durante il percorso di cura, tuttavia, l’integrazione sistematica della nutrizione nei percorsi oncologici non è ancora una realtà consolidata, tanto che nel 49% dei centri oncologici non è previsto un percorso nutrizionale strutturato per tutti i pazienti. È quanto emerge da una ricerca promossa dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO), che ha coinvolto 100 strutture distribuite su tutto il territorio nazionale.
Ampliare le aree di verde pubblico può rendere più sopportabili le temperature torride che, soprattutto nelle grandi città, sono causa di malori, talvolta letali. A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori della Monash University di Melbourne, in uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health. In particolare, gli studiosi hanno dimostrato che se tra il 2000 e il 2019 le grandi città del mondo avessero avuto il 30% di verde in più rispetto alla loro conformazione attuale si sarebbero potuti evitare circa 1,16 milioni di decessi legati al caldo.
A cinque anni dalla diffusione del Covid-19 in Italia, emergono segnali preoccupanti riguardo l’attenzione degli italiani alle norme di igiene delle mani. È quanto emerge dalla ricerca sulla consapevolezza dell’importanza dell’igiene delle mani su un panel rappresentativo della popolazione italiana, svolta dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto sull’informazione consapevole nato dalla collaborazione tra Gruppo Credem e ALMED. In particolare, la percentuale di persone che affermano di lavarsi le mani con maggiore frequenza rispetto al periodo pre-pandemia è calata di 18 punti percentuali: dal 56% del 2023 al 38% del 2025.
Esiste una variante genetica “alleata” del cervello contro l’Alzheimer che aiuta i neuroni a fare pulizia dei prodotti di scarto e delle proteine anomale che si accumulano nelle cellule nervose impedendone il funzionamento. In sostanza le persone che possiedono questa variante risultano più protette dalla patologia. Questo è quanto emerso da uno studio italo-francese coordinato dalla Fondazione Santa Lucia di Roma, che è stato pubblicato sulla rivista Cell Death and Disease.
Messo a punto un sensore plasmonico in grado di diagnosticare l’osteoartrite e l’artrite reumatoide in soli 10 minuti, utilizzando il liquido sinoviale. A farlo è stato un gruppo di ricercatori del Korea Institute of Materials Science, in collaborazione con il Seoul St. Mary’s Hospital, in uno studio pubblicato sulla rivista Advanced Healthcare Materials. Il nuovo strumento distingue le due patologie e valuta la gravità dell’artrite reumatoide con una precisione superiore al 98%, migliorando i metodi tradizionali come radiografie, risonanza magnetica ed esami del sangue, che richiedono molto tempo, sono costosi e spesso non conclusivi nelle fasi iniziali della malattia.
Gli adolescenti che hanno livelli elevati di zucchero nel sangue hanno un rischio triplicato di sviluppare danni cardiaci prematuri. Specialmente le ragazze. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Diabetes Care condotto dagli scienziati del Baylor College of Medicine negli Stati Uniti, dell’Università di Berna in Svizzera, del Murdoch Children’s Research Institute in Australia, dell’Università di Bristol, dell’Università di Exeter nel Regno Unito e dell’Università della Finlandia Orientale. I ricercatori hanno ha valutato le informazioni relative a 1.595 adolescenti selezionati dalla coorte “Children of the 90s” dell’Università di Bristol, un’indagine per la quale i ragazzi sono stati seguiti dai 17 ai 24 anni.
Se nell’aula di una scuola è presente un filtro d’aria si fanno meno assenze per malattia. Uno studio del Politecnico di Milano, che ha introdotto dei filtri d’aria in 5 scuole elementari, ha scoperto che la frequenza scolastica è aumentata di 1,3 giorni per studente all’anno. “È la prima prova sperimentale”, afferma Stefania Renna del Politecnico di Milano. Il suo team ha installato purificatori d’aria portatili di alta qualità in 43 aule scelte a caso nelle scuole. Renna li descrive come migliori dei filtri HEPA.
C’è uno stretto legame fra l’intestino umano e alcuni difetti dello sviluppo neurologico. È stato visto in una malattia neurologica rara che colpisce soprattutto le bambine, un risultato che apre la strada alla possibilità di migliorare la qualità di vita dei pazienti intervenendo sull’insieme dei batteri che popolano l’intestino. Pubblicata sulla rivista Cell Reports la scoperta è frutto della collaborazione tra Scuola Superiore Sant’Anna Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, CNR e Max Planck Institute di Berlino. “Modulando il microbiota intestinale, possiamo essere in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti e potenziare l’efficacia di altre terapie”, osserva la coordinatrice dello studio Paola Tognini, del Centro interdisciplinare Scienze della Salute della Scuola Sant’Anna di Pisa.
Le donne che soffrono di bassi livelli di ferro durante la gravidanza hanno molte più probabilità di partorire un bambino affetto da malattie cardiache. Per la prima volta, un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford ha collegato l’anemia nelle prime fasi della gravidanza alle cardiopatie congenite, ovvero a problemi cardiaci che si sviluppano nell’utero e sono presenti fin dalla nascita. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista BJOG: An International Journal of Obstetrics and Gynaecology.
I musicisti sono più veloci rispetto al resto della popolazione sia nell'analizzare la totalità di uno stimolo che le sue sotto-componenti A fare luce su questa straordinaria abilità è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, coordinato da Christian Agrillo del Dipartimento di Psicologia Generale dell’ateneo, in uno studio pubblicato sulla rivista Psychology of Music. Gli esseri umani hanno la tendenza ad analizzare gli stimoli visivi nella loro globalità, infatti si dice che vedano “la foresta prima degli alberi”. Viceversa, possiedono anche la capacità di soffermarsi sul particolare, su un elemento del mosaico che compone il tutto, analizzando prima l’intero e poi le sue componenti in un processo che avviene nell’arco di pochi millisecondi. Ma il tempo di reazione non è lo stesso per tutti.