Svelati i meccanismi che permettono ai tessuti epiteliali – strati cellulari sottilissimi – di resistere a stress e deformazioni, evitando rotture anche in condizioni fisiologiche estreme. La chiave risiede nei filamenti di cheratina, una rete proteica che collega le nostre cellule e si irrigidisce sotto tensione, prevenendo lacerazioni. A scoprirlo è uno studio condotto una collaborazione fra University College London (UCL), University of Cambridge e Politecnico di Milano. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Materials.
Uno studio, pubblicato su Nature a firma di ricercatori italiani del MD Anderson Cancer Center (Texas, USA), provenienti dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dei loro maestri, i professori Giampaolo Tortora e Alessandro Sgambato, svela un meccanismo capace di rendere le cellule tumorali particolarmente aggressive, trasformandole in qualcosa di diverso dalla cellula originaria.
Medici e tecnici di radiologia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e degli Humanitas Medical Care hanno un nuovo alleato per la diagnosi precoce del tumore del seno, patologia che in Italia colpisce circa 60mila donne ogni anno. Si tratta di un software di Intelligenza artificiale in grado di migliorare la qualità e l’efficacia degli esami mammografici. L’IA supporta i professionisti sanitari lungo tutto il percorso diagnostico. In particolare, verifica in tempo reale la qualità delle immagini mammografiche, aiutando i tecnici a garantire esami ottimali; valuta la densità mammaria, oggi riconosciuta come uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del tumore al seno e una possibile causa di diagnosi mancate.
Le donne presentano un'incidenza più elevata di disturbi depressivi, d’ansia, alimentari, di stress e bipolari tra i 10 e i 54 anni di età. Gli uomini, invece, sono maggiormente colpiti da autismo, disturbi dell’attenzione e iperattività e da uso di droghe nella fascia d'età 15-54 anni, oltre ai disturbi da uso di alcol in età adulta. Tuttavia, in 10 anni di ricerche, solo il 19% degli studi è stato progettato per individuare differenze di genere e appena il 5% ha considerato il sesso come variabile principale di analisi. Questo dimostra una persistente sottovalutazione delle differenze biologiche e sociali tra uomini e donne nella ricerca scientifica. Lo rivelano due studi internazionali rilanciati in occasione di un evento organizzato a Milano dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) e Fondazione ONDA ETS.
Ogni anno si verificano circa 740.000 decessi per suicidio nel mondo, uno ogni 43 secondi. E ogni minuto quattro uomini e sei donne necessitano di cure ospedaliere per tentativi di suicidio a livello globale. Queste sono le stime emerse da un’analisi dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington, a Seattle. I risultati, pubblicati sulla rivista The Lancet Public Health, suggeriscono che gli uomini muoiono per suicidio a un tasso doppio rispetto alle donne.
È necessario adottare un’azione globale per affrontare la crisi legata alla carenza di ossigeno medicale, che colpisce oltre cinque miliardi di persone nel mondo. A lanciare l’allarme uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Global Health, condotto dagli scienziati della Makerere University in Uganda, dell’International Centre for Diarrheal Disease Research, in Bangladesh, del Murdoch Children’s Research Institute, in Australia, del Karolinska Institute in Svezia, e della Every Breath Counts Coalition statunitense. Secondo i ricercatori servono azioni urgenti per garantire questa preziosa risorsa in maniera universale.
L’ENEA ha brevettato, insieme all’Università degli studi di Messina, un innovativo sistema che elimina velocemente i microrganismi nocivi bucandone la membrana. Per l’uso in esclusiva del brevetto, ENEA ha creato lo spin-off AR-IOS che sta sviluppando un prototipo a basso consumo di energia che uccide batteri, lieviti e muffe negli alimenti freschi senza alterarne la qualità. La tecnologia può essere applicata a diversi settori, tra cui quello agroalimentare, dove consentirebbe di garantire, a minori costi produttivi, prodotti con caratteristiche organolettiche eccellenti.
Le iniezioni spinali sarebbero poco efficaci nel controllare e alleviare il dolore legato al mal di schiena cronico. Inoltre non sarebbero privi di rischi. Per questi e per altri fattori sono altamente sconsigliate. È questo il parere di un gruppo di esperti internazionali, riportato sul British Medical Journal, i quali sostengono che le iniezioni epidurali di steroidi e i blocchi nervosi non dovrebbero essere somministrati ad adulti che convivono con il mal di schiena cronico, da almeno 3 mesi, che non è associato a cancro, infezione o artrite infiammatoria.
Nuovi studi sembrerebbero dimostrare che gli atleti di tutte le età affetti da determinate anomalie o patologie cardiache possono praticare in sicurezza sport competitivi, contrariamente a quanto affermano le precedenti raccomandazioni. A stabilirlo è una dichiarazione congiunta dell’American Heart Association e dell’American College of Cardiology, pubblicata sulla rivista Circulation, che fornisce a clinici, specialisti e operatori sanitari nuove indicazioni per valutare il rischio di una persona con alcuni tipi di patologia cardiovascolare nell’affrontare sport competitivi.
I deodoranti per ambienti, le cere da sciogliere, i detergenti per pavimenti e altri tipi di profumatori possono rendere più inquinata l’aria di casa di quella all’esterno. È quanto emerge da tre studi guidati dalla Purdue University e pubblicati rispettivamente su Environmental Science & Technology Letters, Building and Environment e ACS ES&T Air. I ricercatori hanno scoperto che questi prodotti rischiano di saturare l’ambiente domestico di particelle nanometriche sufficientemente piccole da penetrare in profondità nei polmoni.
Tra le centinaia di diverse specie di batteri presenti nell’intestino, l’Intestinimonas butyriciproducens svolge un ruolo chiave nel migliorare la salute metabolica. Secondo uno studio internazionale a cui ha partecipato l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Cnr di Portici, in provincia di Napoli (Cnr-Ispaam), questo batterio – già noto per la sua capacità di produrre acido butirrico, un acido grasso a catena corta con importanti benefici per la salute intestinale – è in grado di trasformare in butirrato anche un composto alimentare specifico ampiamente presente nella dieta umana, la Nε-fruttosil-lisina.
Dai farmaci agli alimenti, fino ai prodotti chimici: sono alcune delle principali cause dei 500mila casi di avvelenamento e intossicazione che si verificano ogni anno in Italia. I farmaci sono responsabili di circa il 50% dei casi, seguiti dai prodotti per uso domestico, come sostanze caustiche e corrosive (candeggina, acido muriatico, disgorganti per lavelli), che incidono per il 29-30%. Sono i dati emersi in occasione del 22esimo congresso nazionale della Società Italiana di Tossicologia (SITOX), a Bologna, che ha acceso i riflettori sulle sfide e le prospettive future dei Centri Antiveleno.
Messo a punto un “gut-on-chip”, un modello miniaturizzato dell’intestino umano su un dispositivo delle dimensioni di un chip, in grado di riprodurre le caratteristiche principali dell’infiammazione intestinale e predire la risposta di pazienti con melanoma al trattamento con immunoterapia. Ad annunciarlo è stato un gruppo di ricercatori dell‘Istituto Europeo di Oncologia e del Politecnico di Milano, coordinati da Luigi Nezi, Group Leader del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia e Marco Rasponi, professore ordinario del Dipartimento di Elettronica, Informatica and Bioingegneria del Politecnico Milano. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature biomedical Engineering.
Dal sangue fresco o crioconservato del cordone ombelicale si possono ricavare le cellule necessarie per realizzare le CARCIK, i linfociti T geneticamente modificati in laboratorio per renderli capaci di aggredire le cellule di alcune forme di tumori del sangue resistenti alle terapie, come la leucemia linfoblastica acuta, che fa registrare ogni anno circa 400 nuove diagnosi in Italia prevalentemente in età pediatrica. A dimostrare la fattibilità e la sicurezza di questo metodo i ricercatori della Fondazione Tettamanti dell’IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza che hanno presentato i risultati di questo lavoro al 66esimo congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH) a San Diego.
I linfociti T regolatori (Treg), un particolare tipo di cellule del sistema immunitario, rappresentano un bersaglio da colpire per consentire al nostro organismo di riattivare la risposta antitumorale e distruggere il tumore al seno. A scoprirlo è uno studio svolto congiuntamente da ricercatori dell’Istituto per l’endocrinologia e l’oncologia sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ieos) e dell’Università Federico II di Napoli. I risultati, pubblicati sulla rivista Science Advances aprono la strada allo sviluppo di nuove strategie per la prognosi e la cura di questa patologia.
La Fondazione Telethon ha annunciato di aver presentato all’EMA, l’Agenzia europea del farmaco, la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio per la terapia genica per il trattamento di pazienti con la sindrome di Wiskott-Aldrich (WAS), una malattia genetica rara del sistema immunitario. Già nel 2023 Fondazione Telethon si era assunta la responsabilità della commercializzazione della terapia genica per l’ADA-SCID, la rara immunodeficienza nota al pubblico come “malattia dei bimbi bolla”, diventando di fatto la prima charity al mondo ad assumersi la responsabilità di rendere disponibili ai pazienti che ne hanno necessità le terapie scoperte grazie al lavoro dei propri ricercatori.
Scarsa qualità delle relazioni sociali (con i genitori, in particolare con la madre), bassa fiducia relazionale (verso familiari e insegnanti), vittimizzazione da cyberbullismo e bullismo, iperconnessione da social media, scarsa partecipazione allo sport extrascolastico e insoddisfazione per il proprio corpo. Questi sono alcuni dei fattori scatenanti l'”hikikomori” tra gli adolescenti italiani, quel fenomeno di ritiro sociale diventato più frequente dopo la pandemia. A individuarli è uno studio condotto dal gruppo multidisciplinare di ricerca “Mutamenti sociali, valutazione e metodi” (MUSA) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Irpps). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
L’inquinamento atmosferico causato dal traffico può essere molto pericoloso per la salute mentale delle donne. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Washington e pubblicato su Menopause. Diversi studi hanno già esaminato l’associazione tra l’inquinamento relativo al traffico (TRAP) e la depressione, tra cui uno studio che suggeriva che le donne sono più vulnerabili agli effetti psichiatrici delle esposizioni al TRAP rispetto agli uomini. Diversi di questi studi hanno confermato che più la distanza dal traffico è breve, maggiori sono i sintomi depressivi, indipendentemente dal fatto che l’esposizione sia stata a breve o a lungo termine.
L’insonnia può essere causa ed effetto di alcune malattie mentali, come ansia, depressione e disturbo bipolare. Poiché condividono meccanismi patogenetici simili, in alcuni casi è possibile contrastarli con un’unica strategia terapeutica. Tuttavia, l’aggiunta di un antagonista a un trattamento in corso, o lo ‘switch’ da un altro farmaco, può avere delle conseguenze, e per questo richiedono specifici accorgimenti. Questo è il motivo per cui la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) si è fatta promotrice del primo documento di consensus sull’argomento in Italia ed Europa che punta ad aiutare il clinico nella pratica quotidiana.
La presenza di etichette che indicano le calorie sui prodotti alimentari e nei menu dei ristoranti induce le persone a scegliere opzioni leggermente meno caloriche. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dagli scienziati dell’University College di Londra, della Bath Spa University, dell’Università di Cambridge e dell’Università di Oxford. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cochrane Database of Systematic Reviews. Il team di ricerca, guidato da Natasha Clarke e Gareth Hollands, ha esaminato i risultati di 25 lavori precedenti sull’impatto dell’etichettatura sulla selezione e il consumo di cibo.